Il 31 gennaio si avvicina inesorabilmente, e con lui la scadenza di pagamento del canone Rai. Il tributo, istituito nel lontano 1936 ai tempi del regime fascista, risulta essere il più odioso (come se non lo fossero tutti) fra quelli esistenti. In attesa che ben presto la tassa venga abolita in maniera definitiva e radicale, c’è da fare i conti con la realtà dei fatti: pagarla entro la fine del mese, pena una mora salatissima proporzionale ai giorni di ritardo.
Seppur in casi rari, c’è qualcuno che può cordialmente astenersi, previa presentazione dei requisiti richiesti:
1. Aver compiuto il settantacinquesimo anno d’età prima della scadenza di pagamento;
2. Non convivere con individui diversi dal coniuge avente reddito proprio;
3. Essere in possesso di un reddito che, insieme a quello del coniunge convivente, non superi i 516,46 euro mensili (circa 6.713,98 euro annui).
Per aderire all’esenzione occorre collegarsi al sito dell’Agenzia delle Entrate e scaricare l’apposito modulo di dichiarazione sostitutiva (ai sensi degli art. 46 e 47 del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445).
Il canone Rai, per quanto imposta apparentemente insulsa e immotivata, resta comunque tassa prevista dalla Legge. Invitiamo tutti a provvedere ad estinguerla onde evitare problemi a lungo termine. Le modalità di pagamento sono molteplici (vedi qui).