Bossetti chiede accesso ai Dna nel caso Yara

La recente decisione del Tribunale di Bergamo segna un’importante evoluzione nel caso di Massimo Bossetti, condannato per l’omicidio di Yara Gambirasio. L’autorizzazione a ottenere il profilo genetico della vittima e degli altri campioni raccolti offre nuove opportunità per la difesa, in vista di una possibile revisione del processo.

Decisione del tribunale

Il provvedimento emesso il 17 giugno 2025 stabilisce che la polizia giudiziaria ha un termine di 30 giorni per acquisire i reperti conservati presso il Ris di Parma e la Polizia scientifica della Lombardia. Questo materiale include documenti riconosciuti dal tribunale come “non acquisiti al fascicolo dibattimentale” e con potenziale novità probatoria. Tali informazioni saranno disponibili per il consulente legale di Bossetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio della tredicenne.

Materiali concessi

L’elenco dei materiali comprende vari elementi significativi:

  • Copia del DVD contenente immagini fotografiche ad alta risoluzione dei reperti analizzati dal Ris di Parma;
  • Copia dei tracciati elettroferografici relativi ai campioni di riferimento della vittima;
  • Risultati delle caratterizzazioni genetiche effettuate su supporto cartaceo o digitale.

Le immagini dettagliate potrebbero rivelare aree d’interesse sugli indumenti indossati da Yara Gambirasio al momento della scomparsa, fornendo spunti per ulteriori analisi. La difesa intende concentrarsi anche sull’analisi degli elettroferogrammi, i quali potrebbero mostrare anomalie nei dati genetici utilizzati nel processo.

Possibilità di revisione del processo

Dopo quasi 15 anni dal crimine e oltre un decennio trascorso in carcere, questa nuova autorizzazione rappresenta un passo cruciale verso la richiesta formale di revisione del processo. Il legale Claudio Salvagni ha espresso fiducia riguardo alla possibilità che queste nuove prove possano contribuire a dimostrare l’innocenza di Massimo Bossetti.