Giorgio Bocca, il novantunenne giornalista spara a zero sul Meridione e su molti personaggi del sud Italia, e non solo, in una videointervista che andrà in onda il 3 ottobre e che si intitola “La neve e il fuoco”. Sarà una specie di documentario realizzato da Maria Pace Ottieri e Luca Masella per Feltrinelli Real cinema. Bocca dà libero sfogo alla lingua e fa una serie di dichiarazioni una più offensiva dell’altra.
Ne riportiamo qualcuna.
“Durante i miei viaggi c’era sempre questo contrasto tra paesaggi meravigliosi e gente orrenda, un’umanità repellente”. E parlando di Palermo: “Una volta mi trovavo nei pressi del palazzo di giustizia. C’era una puzza di marcio, con gente mostruosa che usciva dalle catapecchie.”
Non risparmia nemmeno Napoli: “Vai in quella città ed è un cimiciaio, ancora adesso. Ci sono zone inguaribili.” Almeno, dichiara, questo squallore porta notizie ai giornali.
Ma nessuna gratitudine? “Grato? Come dire: sono grato perché vado a caccia grossa di belve. Insomma, non sei grato alle belve, fai la caccia grossa, non è che fraternizzi con le belve.”
Quando si sofferma su una serie di personaggi, afferma quanto segue.
Innanzitutto, giustifica la sottoscrizione dell’appello contro il commissario Luigi Calabresi dicendo: “Era un reazionario estremo, nemico del movimento” e distrugge, tra gli altri, Pier Paolo Pasolini: “Di una violenza spaventosa. E poi mi annoiava, sono un po’ omofobo”. Marco Travaglio: “Scrive libri coi ritagli della questura.” Gianni Brera è una “carogna” e Camilla Cederna “la correttezza in persona. Ma quando scoprì la politica ha iniziato a dare i numeri”.
Infine su Silvio Berlusconi: “Mi stupisco che non mi ami, io scrivo sui giornali che è un maiale e dentro di me penso che lui dica: beh, in fondo ha ragione”.