Chiocciole usate come biobatterie

I nuovi progetti su cui stanno lavorando gli scienziati della Clarkson University di Potsdam (Stati Uniti) e dell’Università Ben-Gurion di Bersabea (Israele) prevedono l’utilizzo di animali “vivi” come batterie per dispositivi elettronici, come per esempio dei micro dispositivi di spionaggio. Tutto ciò sta a significare che a breve avremo delle piccole chiocciole-cyborg che faranno da supporto bioelettrico a ricognitori oppure a sistemi di sorveglianza.

Il capo del progetto, il professor Evgeny Katz (della Clarkson University), ha spiegato che basta impiantare sul guscio delle chiocciole degli elettrodi costituiti da sottili fogli di nanotubi di carbonio (detti Buckypaper). Questi elettrodi, utilizzando il glucosio contenuto nell’emolinfa, insieme all’ossigeno e ad altri enzimi, consentono di ottenere dall’animale una piccola quantità di elettricità. E tutto ciò avviene mentre l’animale continua ad espletare le normali funzioni biologiche, cioè le chiocciole alimentano i dispositivi elettronici semplicemente mangiando e riposandosi.

Il professor Evgeny Katz ha spiegato che: “le nostre chiocciole hanno vissuto per mesi con gli elettrodi impiantati mangiando, bevendo, muovendosi e via di seguito. In futuro, i bioelettrodi saranno connessi a dispositivi microelettronici (che rilevano e trasmettono senza fili) fissi al corpo della chiocciola, che sarà rilasciata e potrà muoversi quanto e come vorrà. Ora basterà solo munirle di videocamere o di sensori di telerilevamento che ovviamente non necessitano di grandi quantità di energia”.

E già sono in molti a vedere come possibile sviluppo di questa ricerca una realtà simile a quella di Matrix dove sono gli uomini stessi ad essere biobatterie che alimentano macchine e apparati elettronici grazie alle biocelle a combustibile al glucosio come quelle sperimentate nelle lumache.