Siria: in un anno oltre 8000 morti, soprattutto donne e bambini

Il presidente dell’Assemblea generale dell’Onu, Nassir Abdulaziz al-Nasser, ha detto che ormai sono oltre 8000 i morti, soprattutto donne e bambini, in Siria da quando l’anno scorso è scoppiata la rivolta. Al-Nasser ha dichiarato che le “violazioni dei diritti umani sono diffuse e sistematiche” e in questo “la comunità internazionale ha una sua responsabilità“, mentre l’opposizione siriana afferma che il numero è ben superiore e supererebbe le 9000 vittime.
Il regime viene identificato dagli oppositori  con la minoranza sciito-alawita al potere da quarant’anni . L’ultimo massacro si è verificato a Homs tra domenica e lunedì provocando 50 vittime e migliaia di persone in fuga. Le morti comprendono tutti civili innocenti. Gli attivisti le attribuiscono alle milizie lealiste, mentre il governo le attribuisce a terroristi finanziati da Arabia Saudita e Qatar.

Gli attivisti anti-regime hanno ripreso, con video amatoriali, i corpi dei deceduti e li hanno poi diffusi sul web. In uno dei video si vedono chiaramente cadaveri con crani spaccati, occhi aperti, o con un occhio solamente perché dall’altro è uscita materia celebrale. Alcuni di essi sono stati bruciati per gran parte della superficie e altri presentano tagli alla gola o fori di pallottole in fronte.

Intanto, la Siria sembra abbandonata a se stessa e i continui eccidi a sfondo confessionale sono alimentati continuamente dalla repressione del regime. Kofi Annan, inviato speciale dell’Onu e della Lega Araba ha condannato i massacri e lanciato un appello: “Le uccisioni di civili in Siria devono fermarsi adesso. Il mondo deve mandare (al regime siriano) un messaggio chiaro, che questa situazione è inaccettabile”.