Manovra economica italiana: prevista riduzione pressione fiscale. Dure le parole dell’opposizione

“La manovra sarà approvata prima dell’estate. C’è la volontà del governo italiano di raggiungere il pareggio di bilancio per il 2014, in linea con gli impegni assunti a livello europeo”.
Queste le parole del premier Silvio Berlusconi dopo l’incontro con il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti.

Anche il governatore della Banca d’Italia, Draghi promuove la manovra affermando che “rende credibili il pareggio del bilancio nel 2014 e l’avvio di una tendenza al calo del rapporto debito/pil. E’ passo importante verso il consolidamento”.

Anche gli analisti di Moody’s hanno atteggiamenti positivi nei suoi confronti e si dichiarano fiduciosi per le interessanti misure promosse poiché l’Italia dimostra di avere buone opzioni per risparmiare.

La manovra prevede un fondo di 5.8 miliardi di euro e si prevedono anche interventi volti alla riduzione della pressione fiscale. Questa azione anticipa la riforma fiscale in arrivo a settembre, ma non stabilisce l’uso che si farà di questo appostamento.

Adesso tocca al Parlamento esprimersi ed il cammino sembra tutt’altro che semplice. Già il Ministro Maroni esprime alcune perplessità e afferma che “Il patto di stabilità deve essere migliorato e aggiornato e reso un po’ più intelligente di quello che è almeno nella sua applicazione, un po’ più equo”.

L’opposizione, tramite Pierluigi Bersani, si mostra subito molto dura. Le sue dichiarazioni lasciano trapelare forti preoccupazioni per il futuro dell’Italia a causa dell’ “enorme colpo al sociale” dato da questa manovra e sulle “reali prospettive di stabilità”. Anche il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, critica aspramente l’operato di Berlusocni in quanto la manovra “massacra le regioni a statuto speciale” e dà un duro colpo al federalismo fiscale.

La manovra economica sarà discussa in Senato lunedì prossimo dovrebbe approdare alla Camera per una seconda lettura il 19. Considerati i tempi stretti di discussione, si comincia a prevedere un voto di fiducia già dal Senato.