ll Consiglio di transizione libico ha oggi annunciato il macabro ritrovamento della fossa comune contenente più di 1700 corpi dei prigionieri che a giugno del ’96 furono sterminati nel carcere politico di Abu Salim, uno dei luoghi più tragici del lungo regime del Qaìd di Tripoli.
La colpa dei prigionieri fu quella di essersi ribellati durante l’ora d’aria per le disperate condizioni in cui versavano nel carcere.
Il carcere di Abu Salim, che era conosciuto da tutti come il luogo dove Gheddafi imprigionava e torturava gli oppositori politici, è stato liberato dai ribelli il 24 agosto.
Il dottor Osman Abdul Jalil, medico del Cnt che sta partecipando al recupero dei resti, ha dichiarato che “Ci sono più di 1.700 cadaveri che dobbiamo identificare uno ad uno comparando il Dna con quello dei loro familiari, ci vorranno forse anni per arrivare alla verità”.
In Libia, fino ad oggi, questa carneficina avvenuta nel 1996 è stata sempre disconosciuta dal regime nonostante i familiari dei detenuti manifestassero ogni giorno a Bengasi per avere notizie dei loro parenti. Il solo accennare l’accaduto poteva comportare l’arresto.