L’appuntamento è per domani mattina, 23 settembre, alle ore 10. Il sito-blog listaouting pubblicherà, come annunciato, una lista di nomi di dieci politici gay, ma omofobi. Lo scopo, come si può leggere sulla loro homepage, è di “dichiarare pubblicamente la pratica omosessuale o di altre differenti sessualità di politici (single, sposati, conviventi), preti, persone note e influenti, che attraverso azioni concrete e prese di posizione offendono e discriminano le persone gay, lesbiche e transessuali.” E, sempre come spiegato dai gestori del blog, “l’iniziativa nasce per riportare un po’ di giustizia in un paese dove ci sono persone non hanno alcun tipo di difesa rispetto agli insulti e gli attacchi quotidiani da parte di una classe politica ipocrita e cattiva.”
Insomma, un evento quello di domani mattina che già ha portato a diverse reazioni nel mondo politico e non. Reazioni negative e positive.
Aurelio Mancuso, ex presidente nazionale di Arcigay ed ora presidente-fondatore di Equality Italia, rete trasversale sui diritti civili, ha dichiarato: “Tre sono le considerazioni. Innanzitutto è uno stigma se qualcuno ti indica come gay? Se lo è non siamo un Paese europeo, la prima reazione che dovrebbero avere i dieci politici è di non sentirsi offesi, semmai possono smentire, ma non certo offendersi. La seconda cosa è che non c’è nessun clamore per il fatto che milioni di omosessuali in questo paese non hanno diritti e vengono discriminati senza che questo sollevi indignazione. Tra l’indignazione per la pubblicazione dei dieci nomi di politici e l’indignazione per una politica che blocca la legge sull’omofobia, mi sento più vicino alla seconda”.
Infine, “l’outing è una pratica estrema praticata negli Stati Uniti, in Germania e in Inghilterra, per mettere alla berlina chi è pubblicamente omofobo ma in privato fa ben altro. In questo Paese siamo o no in una situazione eccezionale? Anch’io la ritengo una forma estrema, ma questa operazione personalmente non mi dispiace, perché dà voce a persone indignate da quello che accade. Io non condanno questi corsari”.
Mentre Paola Concia, deputata del Pd, che in Parlamento ha cercato invano di far approvare una legge contro l’omofobia, ha detto di ritenere “l’iniziativa un gesto estremo che io non farei mai, non è la mia cultura politica. Essere gay non è un’offesa o un insulto, io non mi offendo se mi dicono che sono lesbica”. Continua affermando che è necessario “riflettere sul perchè qualcuno giunge a queste forme estreme. Invito tutti a interrogarci sul perché in questo paese siamo arrivati a questo, perché alcuni pensano di fare una battaglia politica in questo modo discutibile? Forse perché siamo tra i paesi più omofobi, servirebbe una riflessione su questo”
Intanto, il sito lista outing annuncia che, se dovesse essere necessario, se “avverranno attacchi nei confronti della comunità lgbt da parte della gerarchia cattolica, del mondo dell’informazione, della politica”, si riserveranno la facoltà di rispondere adeguatamente. E che in loro possesso ci sono anche nomi di “alti prelati, di altre personalità del mondo dello spettacolo e della tv”.
AGGIORNAMENTO
La lista è uscita ed è disponibile QUI: