Il suo motto avrebbe dovuto essere: “Sarò la tua regina e tu il mio Re” e probabilmente fu questo il sogno che la colpì al cuore quando a 19 anni conobbe Carlo d’Inghilterra e i riflettori si accesero sulla bella ragazza, un po’ grassottella, dall’aria impacciata, che il 29 luglio 81 avrebbe sposato il futuro Re.
Ne divenne la moglie, mai la donna amata. Diana lo scoprì già durante il viaggio di nozze, quando capì che il marito comprava regali per un’altra, la Camilla Parker Bowles, che da sempre occupava il cuore di Carlo.
Lady D. reagì e divenne sempre più bella, sempre più elegante, sempre più bionda, sempre più snella. I flash dei fotografi la inseguivano impazziti e il popolo l’adorava, le ragazze copiavano il suo look.
Ma nella realtà la sua vita era un inferno: ignorata e disprezzata dal marito, Diana passò da esaurimenti a bulimia, da anoressia a tentativi di suicidio.
Nel 1992 si arrivò alla separazione e cominciò la caccia ai suoi nuovi amori, più o meno grandi, fino all’ultimo, Dodi Al Fayed, insieme a cui trovò la morte nel tunnel dell’Alma il 31 agosto del 97.
Rimase il dolore e il rimpianto per quella “Rosa d’Inghliterra”, morta mentre era in pieno fiore.
Ma probabilmente la morte la preservò da un destino da ex, dedita a cure sempre più maniacali di sé e ad amorazzi sempre più squallidi.
Diana non divenne mai Regina, né dell’Inghilterra né del cuore di Carlo, ma per tutti quelli che ne piansero la morte, divenne la “Regina di cuori” e “per sempre sarà amata, per sempre bella”.