L’esecutivo è andato due volte sotto alla Camera durante la votazione sul decreto rifiuti. La maggioranza non ha seguito le indicazioni del Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo ed è stato battuto due volte sulle mozioni dell’opposizione.
Il decreto è sgradito alla Lega tanto che il segretario del Pd Bersani ha esplicitamente parlato di un voto-scambio Pdl-Lega tra lo stop al decreto e il voto segreto per il deputato del Pd Alfonso Papa. Solo con i voti dell’opposizione è passata alla Camera una parte della mozione proposta dall’Idv sulla quale la Prestigiacomo si era espressa favorevolmente. Il testo dell’Idv è passato con 287 no, 296 sì e sei astenuti. La Prestigiacomo si è astenuta.
In seguito, alla votazione di altre mozioni dell’Udc e del Pd, nonostante il parere favorevole del governo, i ministri, sottosegretari e deputati hanno espresso un voto di astensione. Al che, dai banchi dell’opposizione sono scattate le proteste e le urla che invitavano alle dimissioni.
Alle varie richieste di chiarimenti sul suo comportamento da parte del capogruppo Cicchitto e di La Russa, la Prestigiacomo ha così risposto “Non mi sento sconfessata. Oggi è una giornata di particolare confusione ed è evidente che ci sono stati voti pasticciati, di cui mi rammarico, ma non mi sento sconfessata perchè non posso certo cambiare idea sul parere ad una mozione che chiede che i soldi per la Campania siano spesi con trasparenza”.
Il capogruppo Idv all Camera, Massimo Donati, esprime così tutte le sue perplessità: “Il governo è vittima di un colpo di sole. Non vorremmo che questa sceneggiata patetica fosse il frutto di un patto scellerato tra Lega e Pdl che prevede l’affossamento del decreto rifiuti per compiacere la Lega in cambio del voto contro l’arresto di Papa”. Anche Franceschini è dello stesso parere: “Dietro il rinvio c’e’ un prezzo da pagare: è il voto di questo pomeriggio. Lo scambio è tra i rifiuti di Napoli e il voto della Lega sull’arresto di Papa”.
Intanto la Camera ha approvato la proposta del relatore di inviare nuovamente il testo in Commissione. Si teme, però, che il tutto porterà ad un nulla di fatto fino alla decadenza a settembre.