Continuano le contromisure in Giappone. Il governo ha messo al bando la carne degli animali allevati nella prefettura di Fukushima in seguito al verificarsi di numerosi casi di contaminazione radioattiva, provvedimento che è appunto maturato dopo la scoperta di ben 650 capi di bestiame sospettati di essere positivi al Cesio.
Nonostante i controlli accurati che avvengono metodicamente dall’ 11 marzo su tutti i prodotti alimentari, alcune partite di carne contaminata sono arrivati sul mercato di almeno 38 delle 47 prefetture nipponiche. Parte di quella carne potrebbe già essere stata consumata, come ha ammesso lunedì la catena di supermercati Aeon, secondo la quale centinaia di chili sono già stati venduti nei suoi quattordici punti vendita a Tokyo e nelle aree circostanti. Immediato è stato l’allarme e la paura generale che hanno generato un repentino crollo sia dei consumi che dei prezzi.
Gli allevatori sono totalmente scoraggiati e non vedono più alcuna soluzione al problema. Nonostante il capo di gabinetto Yukio Edano abbia annunciato ed assicurato che verrà messo in atto un piano di indennizzo per gli allevatori, alcuni membri della categoria, a causa di tutti i danni che stanno nascendo a seguito dell’incidente alla centrale nucleare, hanno già compiuto il suicidio. E con questa l’altra categoria fortemente a rischio è quella dei coltivatori e di tutti coloro i quali prima del disastro vivevano grazie alla terra. E comunque la carne è solo l’ultimo degli allarmi per prodotti alimentari contaminati dopo tè, latte, pesce e acqua.
Edano ha dichiarato che “La prefettura di Fukushima ha già predisposto un divieto di spedizione su base volontaria . Ma stiamo finalizzando gli ultimi dettagli di un bando ufficiale che emanerebbe dal governo e dal quartier generale delle operazioni di decontaminazione”.