Scontri e tensione ieri mattina in Piazza Montecitorio a Roma. Da tre mesi a questa parte gli abitanti del quartiere San Lorenzo protestano contro la costruzione di un casinò al posto dell’ex Cinema Palazzo, occupando la Sala San Lorenzo, ora ribattezzata Vittorio Arrigoni.
Oltre ai residenti sono presenti anche attivisti dei centri sociali e Sabina Guzzanti, in prima linea tra i sostenitori dell’occupazione.
L’attrice, in questi mesi, ha più volte dormito nella sala ed è scesa in piazza per confrontarsi con i residenti per bloccare il progetto speculativo.
Le tensioni sono iniziate nella mattinata di ieri durante una conferenza stampa tenutasi nel Palazzo. Tra i partecipanti, Maurilio Prioreschi, già legale di Luciano Moggi, l’onorevole pidiellino Francesco Aracri e Daniele Capezzone, portavoce del Pdl. È stato proprio quest’ultimo a condannare “l’esproprio proletario” dell’ex cinema e a accusare gli occupanti di star bloccando 50 nuovi posti di lavoro con la loro occupazione.
Quando di sorpresa è intervenuta Sabina Guzzanti, il dibattito si è acceso ed è iniziato un botta e risposta sfociato in tafferugli. L’attrice romana definisce illegali al 200 per cento i lavori e li accusa di “offendere la resistenza, la democrazia, i partigiani e la cultura”. Capezzone non si lascia intimorire e replica definendo lei una “comunista miliardaria” e se stesso colui “che vorrebbe dare lavoro”.
La situazione è presto degenerata fino a che non sono arrivati i carabinieri e l’attrice è stata cacciata dall’hotel, mentre gli altri partecipanti, tra cui molte persone anziane, sono rimaste bloccate.
In ogni caso, tra le finanziarie del progetto c’è anche la Stube, la stessa che ha costruito il Salaria Sport Village con Balducci e Anemone, mentre la società che deve dare la concessione per le slot machine è legata al gruppo Atlantis, più volte sottoposta a inchiesta da parte delle forze dell’ordine.
La Guzzanti continua a difendere la sala e a dichiarare che “questa è la cultura della destra fatta di sala giochi e slot machine. E aprendo una bisca si rischia di dare una mano alla criminalità organizzata”.