Ferie non rispettate entro il 30 giugno 2025: rischi e conseguenze

scadenza per le ferie non godute: 30 giugno 2025

Il 30 giugno 2025 è una data di fondamentale importanza per i datori di lavoro, poiché rappresenta il termine entro il quale è necessario gestire il monte ferie accumulato dai dipendenti nel corso del 2023. Le norme italiane stabiliscono regole chiare riguardo alla fruizione delle ferie, considerate un diritto essenziale volto al recupero psico-fisico dei lavoratori.

importanza della scadenza del 30 giugno

Secondo l’articolo 10 del Decreto Legislativo dell’8 aprile 2003 n.66, ogni lavoratore subordinato ha diritto a un periodo minimo di ferie pari a quattro settimane all’anno. Di queste, due devono essere utilizzate entro l’anno di maturazione e le restanti due entro 18 mesi successivi. Pertanto, le ferie accumulate nel 2023 devono essere godute entro il 30 giugno 2025.

Dopo questa data, il datore di lavoro è tenuto a regolarizzare la situazione versando anticipatamente la contribuzione Inps relativa ai giorni di ferie non goduti. Tale pagamento deve avvenire entro agosto 2025. È importante notare che la normativa attuale non prevede la possibilità di sostituire le ferie con un’indennità economica, eccetto nei casi in cui si verifichi la cessazione del rapporto lavorativo.

conseguenze per mancato rispetto delle scadenze

Mancare di rispettare le scadenze stabilite può comportare significative sanzioni economiche. La legge prevede ammende proporzionali alla gravità della violazione. Le sanzioni possono variare da “120 a 720 euro” se coinvolgono fino a cinque lavoratori o un solo anno. Se i lavoratori coinvolti sono tra cinque e dieci o se il mancato smaltimento riguarda due anni, l’ammenda aumenta a “480 e 1.800 euro“. Nei casi più gravi, come quelli che coinvolgono oltre dieci dipendenti o durano da almeno quattro anni, l’ammenda può arrivare fino a “960 e 5.400 euro“.

Aggiuntivamente, nel caso in cui oltre il 20% dei dipendenti sia coinvolto nella violazione, il datore di lavoro rischia “sospensione trimestrale del Documento unico di regolarità contributiva (Durc)“.