Luce di sincrotrone svela segreti sui resti umani antichi a Pisa

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la luce di sincrotrone e la paleopatologia

La luce di sincrotrone rappresenta una radiazione altamente intensa, utilizzata come un “super microscopio” per analizzare materiali e tessuti con una definizione straordinaria, senza arrecare danni. Questa tecnologia si rivela particolarmente utile nel campo della paleopatologia, disciplina dedicata allo studio delle malattie nelle popolazioni antiche attraverso l’analisi dei resti scheletrici e mummificati. Un recente progetto di ricerca dell’Università di Pisa ha applicato questa innovativa tecnologia per investigare le alterazioni ossee legate alla sinusite mascellare cronica in reperti umani di interesse archeologico.

il progetto di ricerca

Guidato da Giulia Riccomi, ricercatrice del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia, il progetto ha visto anche il coinvolgimento di Bianca Casa, assegnista di ricerca nello stesso dipartimento. L’iniziativa si distingue per il suo approccio multidisciplinare e metodologicamente innovativo, mirando ad analizzare con precisione i segni ossei delle patologie respiratorie croniche nei reperti storici.

tecniche avanzate utilizzate

Per raggiungere gli obiettivi prefissati, le ricercatrici hanno impiegato la tomografia a contrasto di fase, tecnica d’imaging all’avanguardia che sfrutta la luce di sincrotrone per generare immagini bidimensionali e tridimensionali ad altissima risoluzione. Questo metodo consente un’approfondita “istologia virtuale” non invasiva, aprendo nuove prospettive nella diagnosi paleopatologica e nella comprensione della salute respiratoria nel passato.

rilevanza del progetto

L’importanza dello studio va oltre il mero ambito accademico; l’analisi delle malattie nei resti osteoarcheologici offre spunti significativi su tematiche contemporanee quali l’impatto ambientale e lo stile di vita sulla salute respiratoria. Comprendere il rapporto tra uomo e ambiente in epoche passate può fornire indicazioni utili sulle dinamiche attuali che influenzano la salute.

collaborazione con Elettra Sincrotrone Trieste

Il successo del progetto è stato possibile grazie alla selezione nella “Call for Proposal 2024” del centro di ricerca Elettra Sincrotrone Trieste, una delle infrastrutture più avanzate in Europa per l’imaging con luce di sincrotrone. Le ricercatrici sono state ammesse alla prestigiosa beamline SYRMEP (SYnchrotron Radiation for MEdical Physics), dove hanno condotto le loro analisi nel maggio 2025.

dichiarazioni delle ricercatrici

“Lavorare a Elettra è stata un’opportunità straordinaria”, afferma Giulia Riccomi, principale investigatore del progetto. “Abbiamo raccolto dati qualitativamente elevati che potranno aprire nuove strade nello studio non distruttivo dei resti umani antichi”. Anche Bianca Casa esprime entusiasmo: “Lavorare in un’infrastruttura come Elettra ha rappresentato una straordinaria occasione di crescita scientifica”.

sostegno ricevuto durante il progetto

L’esperienza è stata ulteriormente arricchita dal supporto fornito dal team della beamline SYRMEP, in particolare da Elena Longo e da Simone AM Lemmers, figure chiave nel buon esito dell’esperimento.

  • Giulia Riccomi
  • Bianca Casa
  • Elettra Sincrotrone Trieste
  • SYRMEP (SYnchrotron Radiation for MEdical Physics)
  • Elena Longo
  • Simone AM Lemmers