Hangar blindati cinesi potenziano la difesa aerea dei bombardieri di Putin

l’attacco ucraino e la reazione di Mosca
Negli ultimi anni, la guerra moderna ha dimostrato che la superiorità aerea non è determinata esclusivamente dalla potenza degli aerei, ma anche dalla protezione delle infrastrutture di base. Questa consapevolezza è ben nota al presidente russo Putin. Le basi aeree, frequentemente vulnerabili, sono diventate obiettivi primari nei conflitti ad alta intensità. Pertanto, la salvaguardia degli asset strategici, come i bombardieri a lungo raggio, si rivela essenziale per le principali potenze militari.
In questo contesto, la Cina ha anticipato tali necessità investendo in modo significativo nella realizzazione di hangar blindati. Queste strutture, spesso integrate nel terreno o scavate nelle montagne, offrono una protezione avanzata contro attacchi missilistici e aerei. Costruiti con materiali robusti come cemento armato e acciaio, sono progettati per resistere a ordigni penetranti e sono generalmente circondati da sistemi di difesa aerea efficaci.
l’interesse di Mosca verso le soluzioni cinesi
Di recente, sui social media cinesi sono state diffuse immagini di questi hangar fortificati, attirando l’attenzione internazionale. La diffusione delle immagini coincide con un evento critico: un attacco ucraino che ha inflitto danni significativi all’aviazione russa. Ciò ha suscitato interrogativi sulla possibilità che la Cina stia fornendo supporto difensivo a Mosca.
In seguito alle perdite subite, Putin potrebbe prendere in considerazione l’implementazione di strutture simili per tutelare i propri asset strategici. La crescente collaborazione tra Russia e Cina potrebbe facilitare questa transizione, consentendo a Mosca di trarre vantaggio dall’esperienza cinese nella costruzione di hangar blindati.
un attacco senza precedenti
Il 1° giugno 2025 si è verificato un attacco coordinato noto come operazione “Ragnatela”, durante il quale l’Ucraina ha colpito quattro basi aeree russe: Belaya, Dyagilevo, Olenya, e Ivanovo. Utilizzando 117 droni mimetizzati in strutture mobili, l’operazione ha distrutto o danneggiato 41 velivoli, inclusi bombardieri strategici Tu-95 e Tu-22M3 e aeromobili da sorveglianza A-50. Tale attacco rappresenta circa il 34% della flotta di bombardieri strategici russi con danni stimati intorno ai 7 miliardi di dollari.
L’accaduto ha messo in evidenza la vulnerabilità delle basi militari russe e l’urgenza di implementare misure protettive più efficaci. L’adozione di hangar blindati analoghi a quelli cinesi potrebbe costituire una risposta strategica per prevenire perdite future e garantire una maggiore sicurezza all’aviazione militare russa.