Sebastiao salgado muore a 81 anni, addio al fotografo celebre

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La recente scomparsa del fotografo franco-brasiliano Sebastião Salgado ha suscitato grande emozione nel mondo della fotografia e dell’arte. Membro dell’Accademia delle Belle Arti francese, il suo lavoro ha avuto un impatto significativo sulla rappresentazione della condizione umana e degli eventi globali.

la morte di salgado

Sebastião Salgado è deceduto a Parigi all’età di 81 anni, come annunciato dall’Accademia delle Belle Arti. Il segretario perpetuo Laurent Petitgirard ha espresso profondo cordoglio per la perdita del confratello, riconoscendolo come “grande testimone della condizione umana e dello stato del pianeta”, onorandolo con questa carica nel 2016.

la vita di salgado

Nacque ad Aimorés, in Brasile, l’8 febbraio 1944. Dopo aver completato gli studi in economia e statistica, iniziò la carriera fotografica nel 1973, collaborando inizialmente con l’agenzia Gamma e successivamente con Magnum. Tra i suoi numerosi premi si annoverano:

  • Premio Eugene W. Smith per la fotografia umanitaria (1982)
  • Premio Erich Salomon (1988)
  • Premio Oskar Barnack (1985 e 1992)
  • Medaglia d’oro della Royal Photographic Society of Great Britain (1994)

Le sue opere hanno affrontato temi cruciali come le disuguaglianze tra paesi ricchi e poveri. L’approccio classico nella composizione delle immagini lo ha posizionato all’interno di una tradizione che include nomi illustri come Lewis Wickes Hine ed Eugene W. Smith.

progetti significativi

Nel 1994 fondò Amazonas Images a Parigi per promuovere il proprio lavoro e le campagne fotografiche. La sua passione per la fotografia si trasformò rapidamente in una vocazione dedicata alla documentazione dei cambiamenti ambientali, economici e politici che influenzano l’esistenza umana.

‘la mano dell’uomo’

Con il passare degli anni ’90, Salgado realizzò “La mano dell’uomo”, un’opera monumentale che esplora il lavoro umano nei contesti più disparati: dalle miniere d’oro del Brasile ai pozzi petroliferi del Golfo Persico. Questo progetto non solo evidenziava le sfide quotidiane dei lavoratori ma celebrava anche la loro dignità.

il progetto “in cammino”

Negli anni ’90 intraprese un viaggio lungo sette anni per documentare gli esodi globali attraverso il progetto “In cammino”. Questa esperienza rivelò a Salgado la brutalità della condizione umana durante eventi tragici come il genocidio ruandese, portandolo a rifugiarsi in Brasile dove avviò un ambizioso progetto di riforestazione.

l’eredità ambientale

Nella proprietà familiare piantò oltre due milioni di alberi per ripristinare un ecosistema distrutto dal progresso umano. Questo impegno culminò nel progetto “Genesi”, volto a catturare immagini di luoghi incontaminati dalla presenza umana.