Dettagli autopsia chamila wijesuriya: rivelazioni su emanuele de maria e l’omicidio

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Un tragico episodio ha colpito la città di Milano, segnato dalla morte di Chamila Wijesuriya, una barista dell’hotel Berna. La donna è stata rinvenuta in un laghetto due giorni dopo la sua scomparsa, e le indagini hanno portato alla luce dettagli inquietanti riguardanti il suo omicidio. Il principale sospettato è Emanuele De Maria, un detenuto in permesso che aveva precedentemente minacciato Chamila.

omicidio di chamila wijesuriya: dettagli chiave

Le indagini hanno rivelato che la morte di Chamila potrebbe essere avvenuta per soffocamento, poiché si ipotizza che sia stata strangolata a mani nude. Le ferite da taglio riscontrate sulla gola e le lesioni ai polsi sono state oggetto di attento esame da parte degli inquirenti, i quali hanno suggerito che queste ultime potrebbero non essere state fatali e potrebbero essere state inflitte post mortem. L’autopsia effettuata il 16 maggio ha fornito alcuni indizi iniziali, ma le relazioni definitive del medico legale sono ancora attese.

ritrovamento del corpo e aspetti rituali

Il corpo di Chamila è stato scoperto nel Parco Nord di Milano con delle foglie nella bocca, un particolare che ha suscitato l’interesse degli investigatori. Questo elemento potrebbe suggerire un gesto simbolico da parte di Emanuele De Maria, lasciando aperta l’ipotesi di un possibile rituale. Gli inquirenti stanno anche analizzando un precedente femminicidio commesso da De Maria nel 2016 per individuare eventuali analogie tra i due casi. Sono stati richiesti esami tossicologici per accertare se il detenuto avesse assunto sostanze stupefacenti al momento dell’omicidio.

minacce e timori di chamila wijesuriya

Nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal pm Francesco De Tommasi, gli investigatori stanno valutando possibili negligenze nel trattamento carcerario riservato a Emanuele De Maria. Testimonianze fornite da una collega di Chamila hanno rivelato che il 35enne aveva minacciato ripetutamente la donna con comportamenti possessivi e ossessivi. Chamila temeva per la propria vita e sarebbe stata soggetta a richieste economiche da parte del detenuto, che l’avrebbe anche minacciata con video intimi compromettenti. È emerso inoltre che il datore di lavoro della vittima non era a conoscenza delle minacce ricevute, sollevando interrogativi sulla gestione del caso da parte delle autorità carcerarie.

Principali figure coinvolte:

  • Chamila Wijesuriya – Vittima
  • Emanuele De Maria – Sospettato principale
  • Francesco De Tommasi – Pubblico ministero coordinante l’inchiesta
  • Colleghi della vittima – Testimoni chiave nell’indagine