Ornella Vanoni parla di psicofarmaci e critica la sinistra
ornella vanoni al salone del libro: riflessioni su morte, salute mentale e politica
La nota artista Ornella Vanoni ha recentemente partecipato al Salone del Libro di Torino, in occasione della presentazione del suo libro Vincente o perdente, redatto con Pacifico e pubblicato da La nave di Teseo. Durante l’evento, la Vanoni ha affrontato temi profondi come la salute mentale, il concetto di morte e ha condiviso alcune osservazioni incisive.
ornella vanoni e il pensiero sulla morte
L’artista, attualmente novantenne, non evita di discutere apertamente del pensiero della morte, affermando: “La morte non può essere un tabù perché fa parte della vita. Quando si ha la mia età la si deve pensare come vicina“. Ha inoltre rivelato che scrivere il libro le ha permesso una profonda introspezione: “Prima non mi conoscevo“. La sua carriera artistica è stata costellata di sfide, descritte con parole evocative riguardo all’emozione e alla vulnerabilità che prova sul palco: “Salire sul palco è come mettersi in mutande davanti al pubblico“.
sulla salute mentale e critica alla sinistra italiana
Nell’incontro, uno dei momenti salienti è stata l’analisi della salute mentale, argomento trattato dalla Vanoni con franchezza: “Non fate come me, che non sapevo amarmi. Guai a non prendere gli psicofarmaci, se vi fanno stare bene. Se iniziate una cura, portatela fino in fondo. Sennò non guarite“. Questo invito alla consapevolezza è stato accompagnato da una critica diretta alla situazione politica italiana. La cantante ha espresso disillusione nei confronti della sinistra italiana: “Noi italiani non siamo contenti. Ma la sinistra dov’è finita? Tutto il mondo è a destra: che fine hanno fatto? Si sono addormentati?“. Concludendo le sue riflessioni sulla propria esistenza con un tocco di ironia: “Non so se arrivo a Natale“.
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