Israele lancia offensiva militare a Gaza dopo visita di Trump

Israele approva l’espansione dell’offensiva militare nella Striscia di Gaza
Il conflitto tra Israele e Hamas continua a generare tensioni significative nel Medio Oriente. Negli ultimi mesi, la Striscia di Gaza ha subito bombardamenti intensificati e scontri che hanno provocato un aumento delle vittime civili. La comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione l’escalation della situazione, mentre si moltiplicano le richieste per un cessate il fuoco e per l’apertura di corridoi umanitari. La popolazione civile vive in una condizione sempre più critica, intrappolata tra operazioni militari e severe restrizioni.
Il governo israeliano giustifica le sue azioni militari come risposte agli attacchi di Hamas, che continua a lanciare razzi verso il territorio israeliano. Le pressioni interne ed esterne aumentano: da un lato vi è la necessità di garantire la sicurezza nazionale, dall’altro quella di evitare una crisi diplomatica su scala globale.
Il ruolo internazionale nella crisi
In questo contesto complesso, gli Stati Uniti rivestono un ruolo cruciale. Il presidente Donald Trump ha annunciato una visita ufficiale nella regione prevista per la prossima settimana, finalizzata a sostenere il governo israeliano e promuovere un dialogo volto a favorire una tregua. La sua presenza è interpretata come un forte segnale politico capace di influenzare le decisioni future sia da parte di Israele che di Hamas.
Nello stesso tempo, gli episodi violenti non si limitano alla Striscia di Gaza; recenti attacchi aerei statunitensi hanno colpito obiettivi nella capitale yemenita Sana’a in risposta al lancio di un missile da parte dei ribelli Houthi contro l’aeroporto Ben Gurion. La situazione regionale appare sempre più intricata, con il conflitto israelo-palestinese che si intreccia con altre tensioni mediorientali.
L’approvazione del nuovo piano militare
In tale scenario, il gabinetto di sicurezza israeliano ha preso una decisione significativa: è stato approvato all’unanimità un piano per espandere l’offensiva militare nella Striscia di Gaza. Fonti governative indicano che questa strategia verrà attuata solo dopo la visita del presidente Trump, lasciando aperta una possibilità per tentativi diplomatici volti a raggiungere un cessate il fuoco e alla liberazione degli ostaggi.
Sempre in parallelo, è stata autorizzata la ripresa della consegna degli aiuti umanitari a Gaza, con l’intento specifico di evitare che tali aiuti cadano nelle mani di Hamas. L’unico voto contrario è stato espresso dal ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben Gvir, il quale ha criticato la strategia considerandola troppo attendista.
Questa decisione rappresenta una svolta nel conflitto: mentre si apre una fragile opportunità diplomatica, l’offensiva israeliana è pronta ad intensificarsi immediatamente dopo l’attesa visita presidenziale.