Ceo italiano: identikit dell’uomo sessantenne senza dottorato

ruolo degli amministratori delegati in italia
Un’analisi condotta da Heidrick & Struggles ha messo in evidenza la situazione critica relativa alla presenza femminile nelle aziende quotate. I dati mostrano che il ruolo delle donne rimane marginale, con solo un’amministratrice delegata tra le 40 società del Ftse.
età e formazione degli amministratori delegati
La ricerca rivela che gli amministratori delegati italiani sono i più anziani d’Europa, con oltre la metà di essi che supera i 60 anni. La durata media del mandato è di circa sei anni. Solo il 38% di questi dirigenti possiede un dottorato, mentre molti hanno precedenti esperienze in ruoli chiave:
- 53%: settore esecutivo
- 28%: settore operativo
- 13%: settore finanziario
confronto internazionale sull’età dei ceo
L’analisi mette in luce un aumento dell’età media dei top manager di circa dieci anni rispetto al 2024, posizionando l’Italia all’ultimo posto in Europa. In contrasto, Paesi come Francia e Danimarca tendono a nominare amministratori delegati più giovani, con una percentuale significativa sotto i 50 anni.
diversità di genere nelle aziende quotate
Sebbene sia stata introdotta la legge Golfo-Mosca per promuovere la parità di genere, il ruolo delle donne nel processo decisionale continua a rimanere limitato. Le statistiche evidenziano che:
- Francia: 8-13% di donne amministratrici delegate
- Danimarca: percentuali simili alla Francia
- Italia: solo 3%
difficoltà nella leadership femminile
Nella dichiarazione di Niccolò Calabresi, managing partner Southern Europe di Heidrick & Struggles, vengono sottolineati due principali problemi:
– Il lungo tempo trascorso nei ruoli dirigenziali ostacola il ricambio generazionale.
– La presenza femminile nelle posizioni apicali è stagnante, contribuendo a una pipeline verso la leadership bloccata.
L’affermazione finale suggerisce che le donne si candidano solo quando soddisfano pienamente i requisiti richiesti, mentre gli uomini tendono a proporsi anche se qualificati al 60%, limitando così l’innovazione e la diversità nelle strategie aziendali.