Pensione dopo i 70 anni: categorie a rischio e come affrontarle

Rischi di pensionamento a 70 anni: analisi dei settori vulnerabili e prospettive previdenziali

L’aumento dell’aspettativa di vita e le pressioni sui sistemi previdenziali hanno intensificato il dibattito riguardante l’età pensionabile. Le ipotesi che prevedono un innalzamento a 70 anni sollevano preoccupazioni significative, in particolare per i lavoratori attivi in settori definiti usuranti o particolarmente gravosi sia fisicamente che mentalmente. Tra questi, spiccano l’edilizia, la sanità e i servizi pubblici, considerati tra le categorie più a rischio nell’eventualità di tali cambiamenti.

Pensionamento dopo i 70 anni: categorie professionali più esposte

Diverse categorie di lavoratori potrebbero trovarsi nella condizione di dover attendere fino ai 70 anni per andare in pensione. In particolare, il settore edilizio presenta sfide notevoli, poiché l’avanzare dell’età risulta difficilmente compatibile con le condizioni lavorative richieste.

I professionisti del settore edilizio sono frequentemente soggetti a sforzi fisici intensi, esposizione alle intemperie e rischi legati alla sicurezza. Proseguire l’attività lavorativa fino ai 70 anni può risultare complicato, dato che la situazione varia sensibilmente in base alle condizioni fisiche individuali.

Anche nel comparto della sanità, come nel caso di infermieri, operatori socio-sanitari e personale di pronto soccorso, si osserva una significativa pressione emotiva e fisica. Questi professionisti devono spesso gestire turni notturni e carichi di lavoro elevati.

I settori vulnerabili includono:
  • Edilizia
  • Sanità (infermieri, operatori socio-sanitari)
  • Servizi pubblici (ruoli operativi)

Pensionamento anticipato e previdenza complementare

A tutela dei lavoratori coinvolti in attività gravose, esistono oggi diverse misure che consentono l’accesso al pensionamento anticipato.

L’attuale legislazione italiana consente l’uscita anticipata per lavori definiti usuranti e gravosi, ma solo a determinate condizioni anagrafiche e contributive. La platea dei beneficiari è spesso limitata da requisiti rigorosi e procedure burocratiche complesse.

Nell’ambito della pianificazione previdenziale, la previdenza complementare emerge come una valida alternativa da considerare insieme alla pensione pubblica. Tali strumenti possono rivelarsi fondamentali per costruire un futuro sereno , specialmente per le nuove generazioni o i lavoratori autonomi con carriere discontinue.

I vantaggi della previdenza integrativa includono:
  • Coprire gap previdenziali futuri
  • Maggior flessibilità rispetto all’età pensionabile aumentata
  • Sostegno economico durante la carriera lavorativa

Pianificare fin da giovani investimenti nella previdenza integrativa rappresenta quindi una strategia utile per affrontare eventuali sfide future legate al sistema pensionistico.