Il recente sviluppo dell’inchiesta della procura di Roma ha portato alla condanna di figure chiave della gestione della discarica di Malagrotta, con pene significative decretate dal tribunale di Roma. Questa vicenda emerge nell’ambito di un’indagine più ampia riguardante la gestione dei rifiuti, che ha suscitato grande attenzione mediatica e sociale.
Condanne e responsabilità
In data odierna, il tribunale di Roma ha emesso sentenza a carico di Manlio Cerroni, che dovrà scontare una pena di tre anni, e del suo ex collaboratore Francesco Rando, anch’egli condannato. Ad aggiungersi a questa lista è Carmelina Scaglione, che riceve una pena di due anni. Cerroni, attualmente nono nella sua vita, era l’amministratore di fatto del consorzio Colari e della E.Giovi srl, e insieme agli altri due è accusato di aver gestito abusivamente ingenti quantità di rifiuti speciali.
Le accuse specifiche
Le accuse si riferiscono a un periodo di attività che va dal 2006 al 2018, coincidente con il sequestro dell’area. Secondo l’accusa, gli imputati hanno omesso di estrarre dalla discarica il percolato di discarica, sostanza tossica derivante dall’infiltrazione dell’acqua piovana nei rifiuti, il cui smaltimento era obbligatorio per legge.
Pene e provvedimenti accessori
In aggiunta alla condanna, agli imputati è stato imposto un divieto di accesso ai pubblici uffici per un periodo di cinque anni. Il giudice ha ordinato anche il risarcimento verso le parti civili coinvolte, incluso il Comune di Roma. Inoltre, è stata disposta la confisca della società E.Giovi s.r.l..
In passato, lo stesso Cerroni era stato condannato a sei anni e quattro mesi per il disastro ambientale legato a Malagrotta, insieme a Francesco Rando, per il quale era stata inflitta una pena di tre anni.
Personaggi coinvolti
- Manlio Cerroni
- Francesco Rando
- Carmelina Scaglione
- Rosalia Affinito (PM)