La situazione attuale della Corte Costituzionale italiana presenta criticità legate all’elezione dei quattro giudici ancora mancanti. La questione ha riflessi significativi sulla costituzione del plenum della Consulta e sull’ammissibilità di vari referendum, incluso quello riguardante l’autonomia.
assenza di elezioni e rischi futuri
Si è verificata una nuova fumata nera in Parlamento, il quale si è riunito in seduta comune per l’elezione dei giudici. La situazione attuale potrebbe compromettere la ricostituzione della Corte entro lunedì, data in cui è prevista una riunione in Camera di Consiglio.
Secondo l’ex vicepresidente della Corte, Giulio Prosperetti, se i parlamentari riuscissero a eleggere i giudici giovedì prossimo, i neoeletti avrebbero l’opportunità di giurare al Quirinale il 17 gennaio. Questo non è privo di rischi.
procedure di verifica e casi storici
Prosperetti evidenzia che la verifica dei requisiti degli eletti avviene rapidamente e tramite la nomina di un relatore, sottolineando che la Corte non è estranea a episodi in cui si è dovuto discutere più a lungo rispetto al previsto. Fra i casi citati, si ricorda:
- Fernanda Contri, prima donna giudice della Corte, la cui anzianità fu oggetto di discussione
- Brunetto Bucciarelli Ducci, eletto nonostante la sua carriera maggiormente politica
influenza politica e opinione dissenziente
Prosperetti, discutendo della situazione attuale, afferma che ci sono problematiche interne ai gruppi politici, evidenziando che le provenienze politiche non influenzano le decisioni dei giudici. In Italia, non esiste l’istituto della dissenting opinion, il che significa che i giudici non devono rendere conto dei loro voti.
La polemica sulla dissenting opinion, sollevata da Zanon, ha suscitato dubbi sulla sua utilità, in quanto potrebbe esporre le affiliazioni politiche dei membri. Prosperetti sostiene la necessità di mantenere il segreto della Camera di Consiglio per salvaguardare l’integrità del giudizio.
storia e riforme della Corte costituzionale
Proseguendo con la riflessione sul sistema di elezione dei giudici, l’ex vicepresidente evidenzia che l’accorpamento di nomi per le votazioni è una pratica storica. Nel 1956, quando fu istituita la Corte, era previsto un sistema complesso di rinnovo che collegava le cariche dei giudici a sorteggi e scadenze specifiche. Questo metodo fu abrogato a seguito di eventi critici nei primi anni della Corte.
Oggi come allora, la modalità di voto congiunto è stata considerata fisiologica e pertinente in funzione delle esigenze istituzionali.