La premier Giorgia Meloni ha affrontato la tradizionale conferenza di inizio anno, esprimendo una visione ottimistica riguardo ai rapporti con gli Stati Uniti e la sua posizione nei confronti di Elon Musk. Durante l’incontro con i media, Meloni ha sottolineato il valore delle relazioni diplomatiche e i recenti successi, tra cui la liberazione della giornalista Cecilia Sala.
Il ruolo degli Stati Uniti
Nella conferenza, la premier ha spiegato che la liberazione di Cecilia Sala è stata il risultato di una complessa negoziazione diplomatico, coinvolgendo diverse nazioni. Questo risultato, ha affermato, ha richiesto un impegno costante e diligente. Meloni ha anche fornito dettagli sull’importanza della cooperazione con gli Stati Uniti, citando un “rapporto che si profila molto solido” con l’amministrazione Trump in arrivo.
Inoltre, la premier ha espresso la sua posizione rispetto alle paura generate dal ritorno di Trump, sottolineando che gli Stati Uniti continueranno a mantenere un forte impegno nei confronti dell’Ucraina e affrontando la questione dei dazi commerciali con cautela.
La controversia su Musk
Meloni ha difeso Musk e ha denotato come le critiche nei suoi confronti siano state esagerate, paragonandolo a figure come George Soros. Ha chiarito che ogni decisione su investimenti stranieri è guidata dall’interesse nazionale piuttosto che da relazioni personali. Nella sua argomentazione, Meloni ha affermato che l’influenza di Soros nella politica è di gran lunga più significativa rispetto a quella di Musk.
In merito alla comunicazione e al potere mediatico di Musk, Meloni ha notato che la libertà di espressione sulla sua piattaforma è frequentemente limitata altrove, riferendosi alla sua personale esperienza.
Il passo indietro di Elisabetta Belloni
In occasione dell’incontro è emerso anche il tema del recente passo indietro di Elisabetta Belloni. Meloni ha riconosciuto i meriti della diplomatica, anticipando che potrebbe essere destinata a un incarico di prestigio a livello europeo. Al suo posto, è previsto l’arrivo di Vittorio Rizzi, già numero due dell’Aisi, per guidare i Servizi Segreti.