La recente liberazione della giornalista Cecilia Sala ha sollevato nuove opportunità diplomatiche per l’ingegnere iraniano Mohammad Abedini Najafabadi, attualmente detenuto a Milano. Arrestato il 16 dicembre, Abedini continua a rimanere nel carcere di Opera, nonostante le movimentazioni legate al suo caso. Le prossime ore potrebbero rivelarsi decisive, con la corte d’Appello di Milano pronta a ricevere informazioni che potrebbero accelerare la risoluzione della sua situazione legale. Ad oggi, non sono stati presi provvedimenti che possano alterare le condizioni detentive dell’ingegnere.
Situazione legale di Abedini e articolo 718
La questione dell’arresto di Cecilia Sala è stata oggetto di discussioni tra esponenti iraniani, alcuni dei quali non vedono legami tra le due vicende. Emergono elementi che le collegano e suggeriscono che il ministro della Giustizia Carlo Nordio potrebbe avvalersi dell’articolo 718 del codice di procedura penale. Questo articolo, al comma 2, stabilisce che in caso di arresto con richiesta di estradizione, “la revoca è sempre disposta se il ministro della Giustizia ne fa richiesta”. Se Nordio decidesse di operare in tal senso, l’ingegnere iraniano potrebbe essere rilasciato.
Il 15 gennaio è fissata un’udienza presso la corte d’Appello, dove si discuterà la richiesta di detenzione domiciliare avanzata dal legale di Abedini, Alfredo De Francesco. La procuratrice generale di Milano, Francesca Nanni, ha espresso un parere negativo riguardo a questa istanza, sottolineando che le garanzie offerte, come la disponibilità di un alloggio e il supporto economico del consolato iraniano, non sarebbero sufficienti per prevenire il rischio di fuga, dato che gli Stati Uniti hanno richiesto l’estradizione dell’iraniano.