Il mondo dello sport e del giornalismo piange la scomparsa di Rino Tommasi, una figura di riferimento nel panorama delle telecronache sportive. Con una carriera che ha segnato epoche, Tommasi ha lasciato un’impronta indelebile attraverso la sua passione per il tennis e il pugilato.
chi era rino tommasi
Rino Tommasi, nato a Verona il 23 febbraio 1934, è stato un fondamentale rappresentante del giornalismo sportivo. La sua carriera ha preso avvio nel 1953 con l’agenzia Sportinformazioni, che serviva da ufficio di corrispondenza per il Corriere dello Sport. Riconosciuto come firma di spicco per il tennis sulla Gazzetta dello Sport, ha collaborato anche con Il Messaggero, Il Gazzettino e Il Mattino. Tra le sue iniziative, ha fondato nel corso degli anni ’70 il settimanale Tennis Club e nel 1981 è stato nominato primo direttore dei servizi sportivi di Canale 5. Da quel momento ha avviato una carriera di telecronista, collaborando con Gianni Clerici fino al 2010 su diverse reti, tra cui Supertennis, Tele+ e Sky Sport. Importante anche il suo contributo nel pugilato, dove ricoprì il ruolo di impresario attraverso la ITOS, realizzando eventi di grande rilevanza. Riconoscimenti come il Tennis Writer of the Year e il Ron Bookman Media Excellence Award hanno premiato il suo talento.
le espressioni celebri
Rino Tommasi è ricordato anche per le sue frasi iconiche, che hanno lasciato un segno indelebile tra gli appassionati. Durante le sue telecronache, dichiarò: “Ci pagano per svolgere un lavoro per il quale pagheremmo noi. Forse è meglio che non lo sappiano”. Numerose sono le sue creazioni lessicali, come “circoletto rosso”, “punteggio isoscele”, e “voleé agricola”. Tommasi ha seguito 13 edizioni delle Olimpiadi e commentato oltre 400 incontri di boxe, oltre a 7 Super Bowl NFL e 149 tornei di tennis del Grande Slam. La sua eredità è ben riassunta dalle parole di Gianni Brera, che lo definì “Professore”, sottolineando così la sua competenza nel settore.