l’Isaf, la Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (sotto comando Nato) in Afghanistan ha fatto sapere che tutti gli assalitori del compound usato da dipendenti stranieri dell’Unione Europea e dell’Onu
di Kabul sono stati uccisi. Ciò in seguito all’attacco suicida avvenuto stamane quando un kamikaze ha fatto esplodere un’autobomba uccidendo cinque civili afghani e una guardia di sicurezza la cui nazionalità non è stata resa nota. Il generale tedesco Cartsen Jacobson, portavoce dell’Isaf, ha reso noto che le forze di sicurezza hanno reagito prontamente ed hanno contenuto l’attacco.
Il generale Ayoub Salanghi, capo della Polizia di Kabul ha dichiarato che in realà era coinvolto più di un kamikaze e che sono rimaste ferite anche 17 persone. Intanto, i talebani hanno rivendicato l’attentato adducendo come motivazione la protesta contro la visita a sorpresa del Presidente Obama e la ritorsione per la firma dell’accordo strategico tra Obama e il governo del presidente afghano Hamid Karzai. Inoltre, hanno annunciato l’inizio di una nuova offensiva militare “di primavera” a partire da domani.
Il presidente Obama ha lanciato un messaggio alla nazione, dalla base aerea di Bagram, a Kabul, a un anno esatto dall’annuncio della morte di Bin Laden, ringraziando le migliaia di soldati americani che si trovano di stanza in Afghanistan e spiegando di aver firmato un testo che certifica l’impegno degli Usa nei dieci anni a venire, quando sarà necessario costruire le istituzioni democratiche nel paese.
Il discorso è iniziato in maniera molto retorica: “Miei cari americani, abbiamo viaggiato un decennio attraverso le nubi scure della guerra. E ora qui, in Afghanistan, nel buio prima dell’alba, possiamo vedere all’orizzonte la luce di un nuovo giorno”. Obama continua confermando l’impegno di battere Al Qaeda: “So che molta gente e’ stanca della guerra, ma dobbiamo finire il lavoro iniziato. Battere Al Qaeda è un obiettivo alla nostra portata”, mentre la conclusione è intrisa di patriottismo: “Dopo un decennio di guerre all’estero e di crisi economiche a casa nostra, è tempo di rilanciare l’America, un paese dove i nostri figli possono vivere senza paura e noi possiamo realizzare i loro sogni. Riprendiamoci l’America. Un Paese unito dalla grinta e dalla voglia di farcela, dove la luce torna a brillare tra le nuovi torri di Manhattan. Costruiamo il nostri futuro, uniti, come un solo popolo, una sola nazione. Là è dove è iniziata la guerra in Afghanistan, e quello è il posto in cui finirà”.