La figura di Abu Mohammed al-Jawlani, conosciuto anche come Ahmed al-Sharaa, rappresenta un elemento di grande complessità nel contesto siriano attuale. Leader dei ribelli jihadisti, è emerso con un ruolo significativo nel panorama di conflitti del Paese. Ha vissuto una trasformazione da combattente legato a organizzazioni come al-Qaeda e lo Stato Islamico, a una figura con ambizioni di maggiore influenza politica dopo la caduta del regime di Assad.
Identità e ruolo di al-Jawlani
Al-Jawlani, 42 anni e cresciuto in un contesto agiato a Damasco, ha deciso di abbandonare gli studi di Medicina per assumere un ruolo centrale nel jihadismo. Ricercato da numerosi governi, tra cui quello degli Stati Uniti e del Regno Unito, ha preso parte a conflitti in Iraq dal 2003 al 2006, prima di tornare in Siria nel 2011 per partecipare a conflitti sotto le insegne di al-Qaeda e Is, fino a rinnegare queste ultime. Dal 2017, ha guidato il gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hts), controllando due milioni di cittadini a Idlib, dove ha affrontato critiche per il suo comportamento nei confronti dei dissidenti.
Conseguenze della presa di Damasco
La recente mossa di presentarsi a Damasco con il nome al-Sharaa è interpretata da analisti come un segnale di un possibile consolidamento da parte sua, crescendo nel contesto di una Syria post-Assad. Shiraz Maher, analista, ha descritto al-Jawlani come un individuo che ha mostrato segni di cambiamento e che ha sviluppato una teologia più pragmatica a Idlib. Nonostante questo, emergono dubbi sulla possibilità di uno spostamento verso una governance laica, con alcuni esperti che avvertono la probabile evoluzione verso una regime simile a quello talebano.
Futuro e possibili scenari
Il leader presenta una strategia che integra nazionalismo e islamismo, cercando di dare un messaggio chiaro riguardo alla fine dell’occupazione israeliana. Alcuni osservatori temono che le sue intenzioni possano celare ambizioni più radicali, suggerendo la necessità di mantenere alta la guardia da parte dell’Occidente e delle potenze regionali. In questo contesto, gli esperti evidenziano l’attuale situazione difficile della Siria, caratterizzata da povertà, mancanza di risorse e una popolazione di rifugiati in cerca di ritorno. La preoccupazione è che, nonostante l’attuale stata di apparente stabilità, al-Jawlani possa tornare a posizioni estremiste.
- Geir Pedersen, inviato Onu per la Siria
- Jason Burke, esperto di sicurezza
- Shiraz Maher, esperto del King’s College London
- Hussain Abdul-Hussain, esperto della Foundation for the Defence of Democracy