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Durante l’apertura della Social Sustainability Week, intitolata ‘I giovani e la sostenibilità, talenti da valorizzare‘, ha avuto luogo un intervento significativo da parte della Senior Partner di Eikon Strategic Consulting Italia e presidente di Reworld.
03 dicembre 2024 | 12.06
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“Dalla Social Sustainability Week ci si attende un ampio ventaglio di paradossi“. Così ha esordito Cristina Cenci, partecipando all’evento di questa mattina al Palazzo dell’Informazione di Roma.
“Il primo – ha dichiarato – è che la sostenibilità sociale riguarda ogni individuo, ma rimane socialmente invisibile. Infatti, quando si parla di sostenibilità, è comune associare il concetto al ‘verde’ (ambiente, ecologia,…), dimenticando che esiste anche una sostenibilità di natura sociale. Se si riesce a superare il ‘verde’, l’associazione immediata diventa ‘aiuto’, rimandando a una responsabilità di cura verso i più vulnerabili. Quest’idea assistenzialista è solo una parte del tutto e rischia di allontanarci dalla comprensione della sostenibilità sociale come leva strategica per la trasformazione.”
“Il secondo paradosso è che anteponendo una ‘S’ a diverse parole, il significato ne risulta alterato (comunicare-scomunicare, correre-scorrere, ecc.). Talvolta, gli obiettivi della sostenibilità sociale possono inavvertitamente trasformarsi in qualcosa di opposto.”
“Un terzo paradosso è rappresentato dalla Agenda 2030 e dalla nuova direttiva dell’UE, che obbligherà molte aziende a rendicontare le loro azioni sostenibili. C’è il rischio che questa rendicontazione punti a standardizzare aspetti che non possono esserlo, come il sociale, la qualità soggettiva e la dinamicità, corrispondendo a un approccio che sterilizza il sociale. Allo stesso tempo, è fondamentale misurare i risultati per stabilire obiettivi chiari.”
L’ultimo paradosso è legato al tema della Diversity & Inclusion. “Siamo in una fase critica, poiché il modo in cui si sta sviluppando il discorso sulla diversità rischia di adottare forme di un nuovo razzismo, riducendo le caratteristiche individuali a elementi unici che vengono poi inglobati nella nostra visione di normalità. È cruciale discutere di tali questioni, con i giovani che rappresentano uno specchio fondamentale di questi paradossi”, ha concluso l’intervento.
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