L’inserimento del piano di Kellogg
Il piano concepito per confrontare le tensioni tra Ucraina e Russia dagli Stati Uniti sembra essere studiato con attenzione per assecondare gli interessi di Vladimir Putin. Il presidente eletto, Donald Trump, ha selezionato Keith Kellogg, un ex generale, per dirigere le politiche statunitensi in questo contesto. Questo piano, incentrato su un’idea specifica, mira a chiudere il conflitto che perdura ormai da oltre 1000 giorni.
Il piano di Kellogg
Kellogg è stato un critico acceso della gestione del presidente Joe Biden, ritenendo che le sue strategie abbiano innescato una crisi che sarebbe potuta essere evitata, fornendo un supporto a Kiev in maniera tardiva e insufficiente. Questa situazione non rassicura il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, dato che il piano prevede la rinuncia da parte di Kiev a punti cruciali del proprio progetto, come l’ingresso nella NATO, ed invita a un dialogo che non demonizzi Putin.
In un articolo pubblicato dall’istituto politico America First, Kellogg descrive la crisi come una conseguenza delle politiche adottate dall’amministrazione Biden, sostenendo che il supporto offerto a Kiev, dal suo punto di vista, è stato inadeguato e tardivo. L’approccio dialogante del presidente eletto risulta in contrasto con la posizione di Biden e potrebbe favorire un’intesa diplomatica.
Gli errori di Biden
Kellogg avanza l’idea che, prima dell’invasione russa, le forniture di armi all’Ucraina dovessero essere incrementate. Dopo la mancanza di questo supporto, l’ex generale ha cambiato idea, proponendo un cessate il fuoco per forzare un tavolo di negoziato. Nonostante questo, la parte finale del piano desterebbe preoccupazione a Kiev.
Kellogg esprime il desiderio di evitare il coinvolgimento degli Stati Uniti in un nuovo conflitto, sottolineando l’importanza di non compromettere la sicurezza nazionale in caso di problemi con Taiwan. Propone inoltre che l’adesione dell’Ucraina alla NATO venga sospesa indefinitamente fino a raggiungere un accordo di pace verificabile.
Stop alla guerra: cosa succede
Il futuro degli aiuti statunitensi verso l’Ucraina sarà vincolato alle trattative tra Kiev e Mosca, dove gli Stati Uniti forniranno armi in modo tale da garantire la capacità difensiva di Kiev. Un cessate il fuoco congelerebbe i fronti e istituirebbe una zona demilitarizzata.
Se la Russia accettasse, potrebbe ottenere una parziale riduzione delle sanzioni, completa solo dopo la firma di un accordo di pace soddisfacente per l’Ucraina. Zelensky non sarebbe obbligato a rinunciare al recupero dei territori occupati, ma dovrebbe perseguirlo attraverso la diplomazia.
Kellogg insiste sul ritorno a un approccio America First nella politica estera, contrastando il metodo liberale internazionalista adottato da Biden. Inoltre, esprime preoccupazioni riguardo al rischio di conflitti futuri e a una potenziale escalation, suggerendo che gli interessi strategici vitali dell’America possano essere in pericolo.