Crisi a Gaza: Hamas Isolato Pronto al Compromesso, ma Israele Resta Ferma Sulle Sue Posizioni

Recenti sviluppi indicano un ulteriore isolamento di Hamas, dopo l’accordo di cessate il fuoco raggiunto tra Hezbollah e Israele. Le informazioni diffuse dal New York Times segnalano che Hamas si mostra disposto ad accettare compromessi su una tregua a Gaza, possibilità impensabili fino a poco tempo fa con Yahya Sinwar al comando. Lo Stato ebraico, invece, continua a mantenere una posizione rigida, non mostrando segni di apertura a concessioni.

Hamas in una posizione di isolamento

Secondo Tamer Qarmout, docente di politica al Doha Institute for Graduate Studies, Hamas si trova in uno stato di completa solitudine e la sua posizione è stata notevolmente indebolita a seguito dell’intesa tra Israele e Hezbollah. Inoltre, anche l’Iran, tradizionale alleato di Hamas e Hezbollah, sembra intenzionato a evitare uno scontro diretto con Israele, rinunciando così a qualsiasi rappresaglia per l’attacco subito a ottobre.

Hamas ha subito perdite significative, con decine di comandanti e migliaia di combattenti neutralizzati. La sua capacità di governance sull’area è stata compromessa e la prospettiva di una tregua risulta ancora lontana. Prima dell’accordo tra Hezbollah e Israele, alcuni funzionari americani e palestinesi ritenevano che la leadership politica di Hamas potesse considerare un cessate il fuoco in cambio di concessioni da parte di Israele, in particolare riguardanti il ritiro delle forze militari. Ora, Ci sono indicazioni che Hamas possa ridimensionare le sue richieste e accettare un accordo di cessate il fuoco che sia compatibile con le aspettative israeliane.

Le considerazioni di funzionari occidentali evidenziano che Israele, per il momento, non sembra disposto a fare concessioni. Inoltre, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, sembra intenzionato ad attendere l’insediamento di Donald Trump prima di rivedere le posizioni nei negoziati con Hamas. Netanyahu nutre scetticismo verso le strategie di Washington relative al futuro della regione, ritenendo che il ritorno dell’Autorità Nazionale Palestinese a Gaza possa risultare inefficace e che Hamas potrebbe rapidamente riprendere il controllo.

Costruzione di una nuova barriera a Gaza

Parallelamente, Israele sta procedendo alla costruzione di una nuova barriera di demarcazione nella Striscia di Gaza, volta a separare il nord dell’enclave palestinese dal resto del territorio. La BBC ha riportato che immagini satellitari mostrano le operazioni militari israeliane mirate a rafforzare il controllo su un’ampia area a nord di Gaza. Le immagini evidenziano anche la demolizione di numerosi edifici, per la maggior parte attraverso esplosioni controllate.

La nuova linea di demarcazione si estende per circa nove chilometri e divide la città di Gaza da località come Jabalia, Beit Hanoun e Beit Lahia. Secondo analisti, Israele starebbe cercando di meglio controllare la Striscia di Gaza. H.a. Hellyer, esperto di sicurezza del Medio Oriente, ha commentato che le immagini indicano una preparazione da parte di Israele per impedire il ritorno dei civili palestinesi nella parte settentrionale di Gaza, dove, secondo le Nazioni Unite, oltre 100.000 persone sono già state sfollate.

Diverse immagini diffuse dalle Forze di difesa israeliane mostrano edifici distrutti sistematicamente dall’inizio dell’operazione a ottobre. Un portavoce delle IDF ha dichiarato che non ci sono intenzioni di distruggere infrastrutture civili senza una necessaria operazione per neutralizzare Hamas. Ulteriori filmati testimoniano la presenza di veicoli dell’IDF, segno che il controllo di queste aree è destinato a proseguire nel lungo termine.

  • Tamer Qarmout, professore di politica
  • H.a. Hellyer, esperto di sicurezza del Medio Oriente