L’episodio attuale riguardante il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant ha suscitato grande attenzione internazionale, a seguito della decisione della Corte penale internazionale (CPI) di emettere mandati d’arresto per crimini di guerra. Questo sviluppo, anticipato dal giornalista di Axios Barak Ravid, ha portato Israele a dichiarare l’intenzione di presentare un appello contro tale decisione.
27 novembre 2024 | 17.33
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La CPI ha emesso, il 21 novembre, tre mandati di arresto, non solo per Netanyahu e Gallant, ma anche per il capo militare di Hamas, Mohammed Deif, accusati di crimini di guerra. Se dovessero recarsi in uno dei oltre 120 Stati firmatari della CPI, entrambi sarebbero soggetti all’arresto. Israele ha affermato di aver eliminato Deif in un attacco aereo nel mese di agosto, ma Hamas non ha mai confermato ufficialmente tale notizia.
Accuse di crimini di guerra e crimini contro l’umanità
I giudici della CPI hanno preso la loro decisione all’unanimità, basandosi su prove di crimini contro l’umanità e crimini di guerra. La Corte ha dichiarato che vi sono motivi ragionevoli per ritenere che entrambi gli accusati abbiano deliberatamente privato la popolazione civile di Gaza dei mezzi essenziali per la sopravvivenza, comprese risorse vitali come cibo e acqua. Le loro azioni sono considerate come un utilizzo della fame come arma di guerra e comprendono crimini di omicidi, persecuzioni e atti disumani.
I giudici evidenziano che le decisioni relative all’assistenza umanitaria a Gaza sono state frequentemente condizionate, in modo non conforme agli obblighi di diritto umanitario internazionale, facendo riferimento a dichiarazioni di Netanyahu che collegano la fornitura di beni essenziali agli obiettivi militari.
- Benjamin Netanyahu – Primo Ministro di Israele
- Yoav Gallant – Ex Ministro della Difesa di Israele
- Mohammed Deif – Capo dell’ala militare di Hamas