Il diritto alla difesa di un imputato è garantito dalla legge, ma è fondamentale che questo venga esercitato rispettando dei limiti di sensibilità e buon senso. Questa è la posizione espressa da Gino Cecchettin, padre di Giulia Cecchettin, la giovane assassinata dal suo ex fidanzato Filippo Turetta. L’uomo ha esternato il suo malcontento attraverso i social media, dopo aver assistito alla discussione del processo in corso presso la corte d’Assise di Venezia.
27 novembre 2024 | 13.58
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Ieri mi sono nuovamente sentito offeso e la memoria di Giulia umiliata. Queste le parole di Cecchettin, evidenziando come la difesa di Turetta, pur essendo un diritto inalienabile, possa superare i limiti del rispetto umano.
Egli sottolinea che l’eccesso nella difesa può amplificare il dolore dei familiari delle vittime e generare indignazione tra le persone presenti al processo. “Il limite, sebbene non formalmente stabilito, è dettato dal buon senso” ha affermato Gino Cecchettin, assente durante l’arringa degli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera.
Personaggi coinvolti nel processo
- Gino Cecchettin
- Filippo Turetta
- Giovanni Caruso (avvocato difensore)
- Monica Cornaviera (avvocato difensore)