Il gabinetto di sicurezza israeliano è convocato oggi per esaminare e approvare il testo di un accordo di cessate il fuoco con Hezbollah. Questa intesa, secondo le ultime comunicazioni, si svela in un contesto internazionale di grande rilievo, durante il G7 Esteri a Fiuggi, dove i leader delle sette maggiori potenze si confrontano sulla questione del mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale (CPI) nei confronti del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu.
i dettagli della tregua
Il previsto accordo stabilisce che l’esercito libanese entrerà nel sud del Libano per un periodo di 60 giorni, mentre le Forze di Difesa di Israele (IDF) procederanno al ritiro. Coordinamenti operativi tra le due nazioni saranno gestiti attraverso l’ufficio del capitano generale del Comando Centrale degli Stati Uniti, Michael E. Kurilla. Parigi giocherà un ruolo attivo in questo processo, voluto da entrambe le parti. Israele ha accettato il coinvolgimento della Francia dopo aver ricevuto rassicurazioni in merito alla questione legale legata a Netanyahu.
Le IDF avranno la facoltà di intervenire non solo in caso di attacchi diretti, ma anche per contrastare i tentativi di Hezbollah di potenziare il proprio arsenale militare. Questa strategia è parte della cosiddetta “guerra tra le guerre”, con l’obiettivo di prevenire che armamenti iraniani raggiungano le milizie alleate tramite operazioni aeree e azioni di intelligence in Siria.
la posizione dell’italia
Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha manifestato cautela sull’accordo, affermando la necessità di avere tutte le intese definitive prima di giungere a conclusioni. Ha anche sottolineato l’impegno dell’Italia in Libano negli ultimi anni e la volontà di svolgere un ruolo significativo nel futuro del Paese. Le resistenze al tavolo delle trattative sono attribuibili principalmente all’Iran, il quale sembrerebbe voler ritardare il processo di pace.
Il ministro ha espresso la disponibilità dell’Italia a monitorare l’applicazione dell’accordo, collaborando con Stati Uniti e altre nazioni. Ha inoltre auspicato il rafforzamento di UNIFIL, con modifiche alle regole di ingaggio.
richiesta arresto netanyahu
Durante il G7 a Fiuggi, si è discusso anche del mandato di arresto emesso dalla CPI per crimini di guerra a carico di Netanyahu e altri leader israeliani. I rappresentanti delle economie più avanzate non hanno ancora trovato un consenso definitivo, ma stanno convergendo verso una dichiarazione finale. La ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, e il suo omologo britannico, David Lammy, hanno confermato che nessuno è al di sopra della legge nel quadro della questione.
il g7 a fiuggi
Il G7 in corso a Fiuggi, che segna la seconda ministeriale sotto la presidenza italiana, si pone come un’importante occasione per discutere di questioni cruciali, inclusi i diritti delle donne e la lotta contro la violenza di genere. Il ministro Tajani ha sottolineato l’importanza dell’unità tra i membri del G7 in un momento tanto delicato.
Nella prima giornata, l’attenzione si è focalizzata sulle crisi del Medio Oriente, mentre i lavori di oggi tratteranno anche dell’Ucraina, con la partecipazione del ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha. In questo contesto, si osservano con attenzione le dinamiche politiche internazionali, specialmente le eventuali azioni del presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump.
- Antonio Tajani, Ministro degli Esteri italiano
- Joe Biden, Presidente degli Stati Uniti
- Emmanuel Macron, Presidente francese
- Annalena Baerbock, Ministra degli Esteri tedesca
- David Lammy, Ministro degli Esteri britannico
- Michael E. Kurilla, Generale degli Stati Uniti
- Abdallah Bou Habib, Ministro degli Esteri libanese
- Ali Khamenei, Guida Suprema iraniana