Appello al Governo: Perché Eliminare l’Articolo 112 dalla Manovra 2025 è Cruciale per la Sussidiarietà

richiesta di modifica della finanziaria 2025 da parte di avsi

Recentemente, la Fondazione AVSI ha presentato una proposta di modifica alla Manovra di Bilancio 2024, in un contesto in cui sono attesi emendamenti e proposte per la legge Finanziaria già approvata dal Governo Meloni. L’organizzazione, attiva in 42 paesi in tutto il mondo con iniziative mirate a sviluppo integrale, educazione e supporto, ha avviato dialoghi con i sindacati e ha tenuto in considerazione le possibili modifiche della maggioranza.


La fondazione ha sollecitato i parlamentari a eliminare l’articolo 112 dalla versione definitiva della Manovra. Tale articolo prevede la presenza di un rappresentante del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) nei collegi di revisione delle aziende che ricevono aiuti pubblici superiori a 100 mila euro all’anno. Secondo AVSI, questa misura limiterebbe il diritto costituzionale al principio di sussidiarietà, fondamentale non solo per l’ONG, ma per l’intero Terzo Settore, oltre che per l’industria e l’imprenditoria italiana. La fondazione richiede quindi l’abolizione totale di tale articolo in vista dell’inizio delle discussioni in aula e della presentazione degli emendamenti.


esame dell’articolo 112 e motivazioni della richiesta di avsi

Occorre esaminare attentamente il contenuto dell’articolo 112, che ha sollevato numerosi dubbi e ha destato preoccupazione tra i revisori legali e altre associazioni. Con l’approvazione dell’articolo, si introduce un membro del MEF tra i revisori delle aziende che ricevono aiuti statali di almeno 100 mila euro. Questa norma, se mantenuta, richiederà un decreto specifico della Presidenza del Consiglio entro marzo 2025 per diventare operativa.


AVSI ha fornito dettagli esaustivi riguardo alla necessità di rimuovere questa disposizione, sottolineando che l’articolo 112 contrasta con il principio di sussidiarietà stabilito dalla Costituzione. L’organizzazione ha affermato che tale norma rappresenta una misura di controllo e interferenza da parte dello Stato nel settore privato. Inoltre, la libertà della società civile sarebbe compromessa, poiché già esistono strumenti di supervisione adeguati per le organizzazioni private, come l’obbligo di rendicontazione riguardo ai contributi pubblici ricevuti e audit finanziari regolari. Infine, AVSI evidenzia l’impossibilità pratica dell’applicazione di questa norma, che prevede la presenza di membri del MEF in migliaia di organizzazioni a cui potrebbero essere destinati tali aiuti pubblici.

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