Long Covid: L’Intelligenza Artificiale Rivela Sintomi Nascosti in 1 su 4

Recenti studi condotti dagli scienziati statunitensi hanno rivelato che un significativo numero di persone sofferenti di Long Covid potrebbe essere superiore alle precedenti stime. La sindromi post-Covid rappresentano una condizione che affligge molti ex pazienti contagiati da Sars-CoV-2, i quali continuano a sperimentare sintomi persistenti lungo un periodo di tempo prolungato.

I ricercatori del Mass General Brigham hanno sviluppato un algoritmo di intelligenza artificiale in grado di identificare i casi di Long Covid presenti nelle cartelle cliniche. Questo nuovo strumento, descritto in dettaglio sulla rivista ‘Med’, ha portato alla luce che circa il 22,8% della popolazione potrebbe manifestare sintomi di Long Covid, una percentuale significativamente più alta rispetto alle stime precedenti che indicavano meno del 10%.

Il contributo dell’intelligenza artificiale

L’algoritmo potrebbe rivoluzionare il processo diagnostico, rendendolo più chiaro e preciso. Come spiegato dall’esperto di ricerca Hossein Estiri, questo strumento consente di ottenere una valutazione più accurata della sindrome. Inoltre, permette ai medici di affrontare meglio questa problematica, contribuendo a personalizzare le strategie terapeutiche e a ridurre le disuguaglianze nel sistema sanitario.

Analisi dei risultati dello studio

Le analisi conducenti a questa nuova scoperta mostrano risultati inaspettati: mentre altri studi indicavano una prevalenza del 7%, il nuovo approccio suggerisce valori vicini al 23%. Questa stima, più in linea con i trend nazionali, riflette la necessità di strumenti innovativi nel campo della diagnostica.

I ricercatori hanno evidenziato che il loro algoritmo ha dimostrato di essere circa il 3% più accurato rispetto ai metodi diagnostici attualmente in uso, proteggendo così le popolazioni più vulnerabili che possono essere trascurate nei normali processi di diagnosi. L’algoritmo non solo permetterebbe un’identificazione più precisa della sindrome, ma contribuirebbe anche a migliorare l’assistenza clinica globale.

In termini di applicabilità, i ricercatori intendono rendere disponibile il proprio algoritmo a medici e sistemi sanitari nel mondo, aprendo a future ricerche sul Long Covid e le sue sottounità.