In occasione di Ecomondo ha avuto luogo la quarta edizione del Forum Africa Green Growth.
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Secondo Luigi Ciarrocchi, direttore Ccus, Forestry & Agro-feedstock di Eni, “una giusta transizione energetica non può realizzarsi senza considerare la sostenibilità economica e sociale del processo. È essenziale garantire benefici per tutti gli stakeholder coinvolti, comprese le comunità locali, gli investitori, le aziende e i governi”. Ciarrocchi ha citato come esempio le iniziative Agro-feedstock in Kenya, mirate a sviluppare approvvigionamenti sostenibili di materie prime agricole per la produzione di biocarburanti.
Attualmente, in Kenya, Eni ha completato due impianti per la produzione di olio vegetale tramite ricino, residui agroindustriali e forestali, coinvolgendo oltre 100.000 agricoltori in 16 contee. Questi agricoltori coltivano ricino in aree degradate identificate dal Ministero dell’Agricoltura del Kenya e praticano la rotazione con altre colture energetiche, come cartamo e crambe. Inoltre, sono stati instaurati partnership con organizzazioni internazionali, tra cui l’International Finance Corporation, il Fondo per il clima italiano, la Cdp e l’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo).
“Stiamo supportando gli agricoltori kenioti”, ha dichiarato Ciarrocchi, “fornendo sementi di qualità, fertilizzanti, stabilità di mercato, formazione e supporto tecnico, per migliorare le rese in campo” e “creando benefici economici che restano nel paese, generando reddito per gli agricoltori e promuovendo la creazione di posti di lavoro” nelle aree rurali.
Il modello Eni
Eni ha sviluppato un modello di integrazione verticale per la produzione di biocarburanti, focalizzandosi sulla raccolta di olio vegetale da coltivazioni su terreni degradati, in conformità con la Direttiva sulle energie rinnovabili (RED) dell’Unione Europea. Gli agricoltori locali coltivano i propri terreni, mentre l’estrazione dell’olio vegetale avviene in impianti industriali di Eni o di terze parti. I sottoprodotti della lavorazione vengono recuperati.
“Le iniziative Agro-feedstock prevedono di coinvolgere oltre 700.000 agricoltori entro il 2027, principalmente in Africa, per rigenerare 1 milione di ettari di terreni abbandonati, contribuendo alla sicurezza alimentare con la produzione di circa 1 milione di tonnellate di mangimi e fertilizzanti”, ha aggiunto Ciarrocchi, informando circa iniziative simili avviate dal 2022 in Costa d’Avorio, Mozambico, Angola, Italia, Kazakistan e Vietnam.