Gli sviluppi recenti in merito al conflitto tra Ucraina e Russia coinvolgono posizioni significative da parte di importanti leader globali. Con l’elezione di Donald Trump, le aspettative di un possibile accordo di pace si intensificano, mentre le reazioni di Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky pongono interrogativi sul futuro della guerra.
Il piano di Trump
Il conflitto, che si protrae da quasi 1000 giorni, ha subito una trasformazione con il recente esito delle elezioni americane. Trump, appena insediato, ha dichiarato di voler favorire un incontro tra Putin e Zelensky. Sebbene non sia ancora stato presentato un piano concreto, alcune anticipazioni dal Wall Street Journal indicano la proposta di una zona demilitarizzata di 1300 km lungo l’attuale linea del fronte.
La proposta prevede l’assenza di forze militari statunitensi e l’impegno dell’Ucraina a non entrare nella NATO per un periodo di almeno vent’anni. Questa rinuncia, che Zelensky considera fondamentale nel suo piano per la vittoria, dovrebbe essere controbilanciata dalla fornitura di armamenti americani. Questa strategia permetterebbe a Kiev di restare fuori dall’Alleanza Atlantica, mantenendo però la capacità di difesa in caso di ulteriori conflitti. Tra le opzioni discusse dal team di Trump vi è anche il congelamento del conflitto, una decisione che resta pendente.
Putin pronto a trattare
La posizione di Trump non è passata inosservata a Mosca e Kiev. Dopo un iniziale periodo di silenzio, Putin ha espresso la sua disponibilità al dialogo. Durante un intervento al think tank russo Valdai, il presidente russo ha confermato la sua apertura ai colloqui, affermando: “La Russia è pronta a ripristinare i rapporti con gli americani, ma la palla è nel loro campo”.
Putin ha sottolineato che le sue condizioni di partenza dovrebbero basarsi sulla realtà attuale e sugli accordi già raggiunti. Mosca considera le regioni ucraine occupate come parte del proprio territorio e ritiene fondamentale la neutralità dell’Ucraina rispetto alla NATO. L’obiettivo di eventuali colloqui dovrebbe andare oltre una semplice tregua temporanea, mirando a stabilire relazioni più durature. Ha infine denunciato l’espansione della NATO come un tentativo di destabilizzare la Russia.
Zelensky: nessuna concessione
Parlando a Budapest, Zelensky ha dichiarato che ogni concessione a Putin sarebbe “inaccettabile” e “suicida” per l’Europa. Il presidente ucraino ha mantenuto una posizione ferma, rigettando qualsiasi idea di sacrificio territoriale a favore della Russia. Ha insistito sulla necessità di ricevere armi piuttosto che sostegno nella negoziazione, affermando che abbracciare Putin non risolverà la situazione.
Zelensky ha messo in evidenza che non è possibile tollerare ulteriori dialoghi, sostenendo che la responsabilità di decidere le modalità di risoluzione del conflitto deve rimanere a Kiev. Ha richiamato all’attenzione la fragilità dei cessate il fuoco passati, i quali non hanno portato a una reale cessazione delle ostilità.
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