interrogatorio della vicepresidente del senato
La vicepresidente del Senato, Licia Ronzulli, è stata ascoltata come testimone nell’ambito di un’inchiesta riguardante presunti dossieraggi illeciti. Durante il suo intervento, durato oltre un’ora, Ronzulli ha dichiarato di voler tutelare la propria immagine e onorabilità a seguito di affermazioni ingiustificate che la dipingono come una spiona.
versione dei fatti di Licia Ronzulli
Ronzulli ha richiesto di essere ascoltata dai magistrati dopo aver esaminato le ricostruzioni giornalistiche che la coinvolgevano. La senatrice di Forza Italia ha chiarito di non aver mai commissionato al presidente della fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali, alcun tipo di controllo su una professionista. Ha specificato che la sua menzione in un’intercettazione non implica implicazioni dirette a suo favore.
falsità delle accuse
Nel suo intervento, la vicepresidente ha affermato di non avere mai richiesto alcun dossier e di non essere a conoscenza del fatto che Pazzali avesse un’agenzia investigativa, scoperta solo attraverso i media. Ronzulli ha denunciato che eventuali controlli effettuati su quella professionista sono stati intrapresi autonomamente da terze parti, senza il suo coinvolgimento o consenso, suggerendo che ci possa essere stato un intento di screditare la persona in questione.
minacce legali per proteggere la propria reputazione
Licia Ronzulli ha dichiarato che le illazioni lette sui giornali sono infondate e che le persone che l’hanno definita come spiona o cliente di Pazzali dovranno rispondere delle loro affermazioni in tribunale, a tutela della sua integrità. L’udienza ha avuto luogo sotto la direzione del pubblico ministero Francesco De Tommasi.
particolari e figure coinvolte
- Licia Ronzulli, vicepresidente del Senato e senatrice di Forza Italia
- Enrico Pazzali, presidente della fondazione Fiera Milano
- Francesco De Tommasi, pubblico ministero