Antonella Giuli, sorella del ministro della Cultura Alessandro Giuli, risponde alle anticipazioni diffuse dal programma di Rai Tre Report, il quale andrà in onda oggi, 3 novembre. La trasmissione, condotta da Sigfrido Ranucci, accusa la giornalista di collaborare con Fratelli d’Italia, nonostante il suo impiego presso la Camera dei Deputati. In una lettera aperta, Antonella Giuli smentisce queste affermazioni e si difende, ponendo interrogativi sulla sua situazione personale: “È giusto costringere una donna, una madre, una professionista stimata dai suoi datori di lavoro a rivelare dettagli di una vita privata segnata dalla malattia di un bambino di 7 anni?”
Risposta alle accuse di ‘Report’
Giuli prosegue caricando di significato la sua dichiarazione: “La trasmissione ‘Report’ si prepara a diffondere un servizio che considero manipolatorio, se non addirittura falso e diffamante. Si sostiene che io lavori per ‘Fratelli d’Italia’ senza presenziare in ufficio, contravvenendo alle regole contrattuali.” Le dichiarazioni riportate dall’inviato di Report, Giorgio Mottola, affermano che Giuli lavora per il partito, il che suscita interrogativi sulla sua etica professionale.
Elementi di verità
Afferma Giuli che la sua dedizione al lavoro è visibile a chiunque detenga una posizione sia alla Presidenza della Camera dei Deputati che alla direzione dei suoi colleghi. “Ho l’incarico di gestire conferenze stampa quotidiane di tutti i gruppi politici a Montecitorio.” Questo testimonia la serietà del suo compito.
Vita personale e richieste di privacy
Giuli espone anche le sue preoccupazioni riguardo alle insinuazioni sulla sua vita privata, in particolare relative al suo tempo libero: “La mia vita è dedicata principalmente alla mia famiglia, e come madre, sono costretta a bilanciare il lavoro con la gestione della salute di mio figlio, Giulio.” Lei evidenzia che il suo tempo libero è quasi esclusivamente trascorso con i suoi bambini e non in attività politiche, sottolineando inoltre il suo diritto alla privacy.
Affrontare l’ingiustizia
“È corretto trovarmi in questa posizione di dover giustificare pubblicamente il mio diritto di accompagnare e accudire mio figlio?” Questa è la domanda centrale che Giuli si pone, rendendo pubblica una realtà personale che avrebbe preferito mantenere riservata. La giornalista si sente obbligata a difendere il proprio diritto come madre e professionista di fronte all’aggressione mediatica.
In conclusione, Antonella Giuli ribadisce la sua posizione e chiede rispetto per la sua vita privata, esprimendo il desiderio di proteggere il suo bambino da certe dinamiche inique che coinvolgono la sua figura pubblica.