il taglio del cuneo fiscale e i bonus in busta paga
L’attuale manovra di Bilancio, attualmente in discussione e soggetta a possibili modifiche prima dell’approvazione finale, ha apportato modifiche al taglio del cuneo fiscale, che rappresenta l’importo che rimane in busta paga dopo il pagamento delle tasse e dei contributi previdenziali. Secondo l’associazione Altroconsumo, questa modifica potrebbe non portare i benefici attesi, poiché il passaggio dalla riduzione dei contributi pensionistici all’erogazione di un bonus sul reddito imponibile comporta una diminuzione del reddito netto per i lavoratori.
bonus per i redditi da lavoro dipendente
Per i redditi da lavoro dipendente che non superano i 20.000 euro annui, il bonus in busta paga è calcolato in base a diverse aliquote:
– 7,1% per redditi fino a 8.500 euro
– 5,3% per redditi compresi tra 8.500 e 15.000 euro
– 4,8% per redditi da 15.000 a 20.000 euro.
Per chi supera i 20.000 euro, il bonus si trasforma in una detrazione d’imposta di 1.000 euro, che va a diminuire per redditi superiori a 40.000 euro. Si evidenzia, quindi, la necessità di chiarire su quale imponibile vengano calcolati questi bonus.
rilievo della Ral e dei contributi previdenziali
Ogni lavoratore possiede una RAL (reddito lordo annuo), stabilita per contratto, dalla quale vengono detratti i contributi previdenziali e poi applicate le imposte e le detrazioni. Per i redditi fino a 35.000 euro, si applicano facilitazioni sui contributi, passando dallo 3,49% ordinario fino a un’alternativa del 2,49% per redditi che non superano i 25.000 euro. È previsto che nel 2025 tali riduzioni non saranno più in vigore, il che avrà un impatto sul calcolo del reddito imponibile fiscale.
conseguenze sui redditi futuri
Ad esempio, un dipendente con un reddito fiscale di 15.000 euro avrà un imponibile previdenziale di 16.573 euro nel 2025, e non il valore atteso nel 2024, creando una disparità tra i due anni. Analogamente, un reddito fiscale di 25.000 euro nel 2024 si tradurrà in una somma inferiore di circa 4 euro al mese nel 2025.
la questione del conguaglio e le variabili da considerare
È opportuno notare che il conguaglio sarà effettuato con la dichiarazione dei redditi, dove eventuali altri redditi dovranno essere considerati nelle valutazioni. Le incertezze derivano dal calcolo del reddito complessivo, sia esso interamente da lavoro dipendente. Si sottolinea la necessità di vigilare su come questa manovra inciderà sui redditi più bassi, i quali potrebbero subire una riduzione del reddito mensile.
le preoccupazioni espresse da esperti
La preoccupazione espressa dagli esperti indica che l’impatto di questa manovra potrebbe comportare un aggravio per i consumatori, i quali affrontano già difficoltà nel sostenere spese essenziali. Si evidenzia che per le fasce di reddito più elevate, la situazione appare meno critica rispetto a chi guadagna sotto i 35.000 euro. La manovra risulta quindi inadeguata nel rispondere alle esigenze delle categorie più vulnerabili, le quali necessitano di sostegno in un contesto di aumento del costo della vita.
Personaggi e membri coinvolti:
– Federico Cavallo, responsabile Relazioni Esterne di Altroconsumo.