Alessandro Baricco alla Buchmesse di Francoforte
Durante la terza giornata della Fiera del Libro di Francoforte, si è svolto un panel intitolato ‘Tra letteratura e impegno civile’, dove il noto scrittore torinese Alessandro Baricco ha condiviso le proprie riflessioni sulla letteratura e il ruolo che essa riveste nella società contemporanea. L’evento, tenutosi nel padiglione Italia, ha visto una partecipazione significativa di pubblico, sottolineando l’interesse attorno a questi temi.
Il villaggio della cultura
Baricco ha definito gli scrittori come “una piccola tribù” all’interno di un più ampio villaggio chiamato cultura. Ha espresso l’idea che la politica tende a controllare e indirizzare questo villaggio, ribadendo l’importanza della sua difesa per garantire la sua sopravvivenza. Secondo il suo pensiero, l’essenza della letteratura è così fondamentale che ogni tentativo di controllarla è destinato al fallimento.
Letteratura e impegno civile
Il tema del rapporto tra letteratura e impegno civile è stato al centro delle osservazioni di Baricco, evidenziando la frizione esistente tra i due concetti. L’autore ha notato come, nel corso della sua carriera, abbia spesso affrontato questo argomento, notando che i due gesti hanno posture diverse e che ogni volta che si tenta di ridurre questa distanza, si rischia di compromettere l’essenza di entrambi.
Difesa della letteratura
Baricco ha enfatizzato l’urgenza di tutelare la letteratura da qualsiasi forma di intimidazione o censura. Ha ribadito che “la letteratura non si tocca”, auspicando che la difesa di quest’arte possa preservare sia la forza degli autori che la comunità. Ha fatto presente che i libri non equivalgono agli scrittori, invitando a riflettere sull’indipendenza della letteratura rispetto a battaglie sociali specifiche.
Riflessioni finali sull’arte e il potere
Infine, Baricco ha condiviso la sua visione critica relativamente all’influenza del potere sulla letteratura. Ha notato come alcuni scrittori siano allineati al potere, mentre altri ne sfidano l’autorità, affermando che una certa forma di dopaggio permea il mondo letterario. Ha sottolineato la necessità di preservare la bellezza, la misura e l’eleganza della scrittura, non cedendo mai alla seduzione del potere.