l’attacco alla brigata golani
L’incursione condotta da Hezbollah contro la base di addestramento della Brigata Golani a Regavim ha sottolineato le difficoltà dell’esercito israeliano nell’affrontare le minacce rappresentate dai droni. Questo attacco, il più grave dall’inizio della guerra, ha provocato la morte di almeno quattro soldati.
Secondo quanto riportato da Haaretz, questa situazione mette in evidenza le difficoltà di Israele nel contrastare efficacemente gli attacchi con droni, specie se confrontata con il successo ottenuto con i sistemi di difesa aerea come Arrow, David’s Sling e Iron Dome contro razzi e missili balistici.
le statistiche degli attacchi
Fino ad oggi, oltre 23.000 proiettili sono stati lanciati verso il territorio israeliano da Hezbollah dall’inizio del conflitto, 1.200 dei quali sotto forma di droni, con una percentuale di intercettazione che supera l’80%. A causa delle caratteristiche dei droni, che sono più difficili da individuare rispetto ai razzi e ai missili, la situazione rimane complessa.
problematiche dei sistemi di difesa
Israele si trova di fronte a un ulteriore problema, ossia la carenza di missili intercettori. Dana Stroul, ex ufficiale della difesa americana, ha evidenziato la gravità della situazione relativa alle munizioni israeliane. Boaz Levy, amministratore delegato di Israel Aerospace Industries, ha dichiarato che le linee di produzione sono impegnate a pieno regime per soddisfare la domanda di razzi intercettori.
In previsione di una potenziale risposta iraniana a eventuali attacchi israeliani, gli Stati Uniti hanno programmato l’invio di un sistema di difesa Thaad, progettato per intercettare missili a distanze comprese tra 150 e 200 chilometri. Malgrado ciò, la risposta contro i droni continua a rappresentare una sfida importante per la sicurezza israeliana.
personaggi coinvolti
- Dana Stroul – Ex ufficiale della Difesa Usa
- Boaz Levy – Amministratore delegato di Israel Aerospace Industries
