La recente evoluzione delle linee guida sulla pressione alta da parte della Società europea di cardiologia (Esc) ha introdotto importanti modifiche, ampliando notevolmente il numero di individui considerati a rischio. Questa variazione è significativa per la salute pubblica italiana e richiede un’attenzione particolare da parte dei professionisti del settore medico.
nuova categoria sotto la lente
Ad oggi, in Italia sono circa 18 milioni le persone con ipertensione, un numero che, secondo le nuove indicazioni, potrebbe salire a ben 25-28 milioni. Le nuove linee guida evidenziano non solo gli ipertesi (con valori superiori a 140/90 mmHg), ma introducono anche una nuova categoria: le persone con pressione elevata, che presenta valori massimi compresi tra 120 e 139 mmHg e minimi tra 70 e 89 mmHg. Questa evoluzione segna un cambio significativo rispetto al precedente approccio, e verrà approfondita durante il 125esimo Congresso nazionale della Società italiana di medicina interna (Simi), che si sta svolgendo a Rimini dal 11 al 13 ottobre.
la nuova classificazione dei cardiologi
Secondo le parole del segretario della Simi, Giovambattista Desideri, adottare questa nuova classificazione implica che una percentuale rilevante della popolazione richiede ora maggiore attenzione sanitaria. I dati indicano che la pressione media degli italiani di età compresa tra 35 e 74 anni è attualmente di 132/77 mmHg, che rientra nella categoria della pressione elevata secondo l’Esc. Desideri chiarisce che l’ipertensione rappresenta un fenomeno continuo e non un’alterazione categoriale netta, giustificando così la necessità di monitorare e trattare anche coloro che presentano valori borderline. Le categorie di pressione sono suddivise in tre gruppi distinti:
- Ipersensibili (valori superiori a 140/90 mmHg)
- Normotesi (valori sotto 120/70 mmHg)
- Persone con pressione elevata (valori tra 120 e 139/70 e 89 mmHg)
cosa dice invece la Società europea dell’ipertensione
Le linee guida della Società europea dell’ipertensione (Esh) tendono a qualificare i valori sopra citati come pressione normale-alta o pre-ipertensione (130-139 mmHg di massima, 85-89 mmHg di minima). Nonostante entrambe le organizzazioni condividano la necessità di attenzione verso queste condizioni, l’Esc incoraggia un lessico più sollecitante per sensibilizzare sull’importanza della gestione della pressione alta. I cardiologi europei propongono obiettivi terapeutici più ambiziosi, di 120-129 mmHg, spostando l’attenzione verso un trattamento più attento e personalizzato.
Inoltre, entrambe le linee guida concordano sull’uso di associazioni pre-costituite per la terapia, favorendo approcci che semplificano l’aderenza del paziente al trattamento. Questa enfasi sull’adeguata gestione della pressione borderline è parte integrante di una strategia di prevenzione primaria mirata a identificare e intervenire sui fattori di rischio cardiovascolare in maniera precoce e olistica.