La Cassazione ha ratificato la decisione del Tribunale del Riesame, confermando la custodia in carcere per Simone Borgese, coinvolto in gravissimi reati di violenza sessuale.
Richiesta di custodia in carcere accolta, dopo l’appello da parte della procura, che aveva contestato la decisione del giudice di disporre gli arresti domiciliari per Borgese, noto per precedenti penali.
Arrestato lo scorso giugno, Borgese è accusato di violenza sessuale aggravata nei confronti di una studentessa, a Roma. La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla difesa, approvando così la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dai pm, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini.
Storia recente di violenza
Il 39enne, il 8 maggio, aveva attratto una studentessa sulla sua auto con la scusa di richiedere indicazioni stradali. Dopo averla portata in una zona isolata, l’ha costretta a subire violenza, per poi abbandonarla vicino a Villa Bonelli. La vittima ha denunciato prontamente l’accaduto, avviando così un’immediata indagine che ha portato all’identificazione di Borgese.
Precedenti penali
Borgese non è nuovo a simili comportamenti. Già nel 2015, era stato condannato a sette anni e mezzo per aver violato una taxista. L’8 maggio di quell’anno aveva abusato di una donna di 43 anni, dopo averla rapinata. Uscito dal carcere il 10 novembre 2021, il 14 novembre 2022 è stato nuovamente condannato a 2 anni e 10 mesi per molestie sessuali su una 17enne in un ascensore.
Il riconoscimento da parte della giovane, avvenuto solo durante il suo arresto per l’abuso sulla tassista, ha rappresentato un passaggio cruciale per l’indagine.