Mepolizumab: Un Trattamento Sicuro ed Efficace per le Forme Gravi di Egpa – L’Opinione dell’Esperto Vultaggio

Il congresso Siaaic ha fornito nuovi importanti aggiornamenti riguardo al trattamento della granulomatosi eosinofilica con poliangioite (Egpa) e l’uso del farmaco biologico mepolizumab. Questo farmaco rappresenta un trattamento innovativo e specifico, approvato per la gestione di questa malattia complessa.

Farmaci, Vultaggio (UniFi):

09 ottobre 2024 | 11.36

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caratteristiche del mepolizumab

Il mepolizumab è il primo farmaco specifico approvato per il trattamento dell’Egpa, agendo principalmente bloccando l’interleuchina 5 (Il-5), una citochina cruciale per la sopravvivenza degli eosinofili, le cellule che causano danni tissutali nella malattia. La dottoressa Alessandra Vultaggio, ricercatrice presso l’Università degli Studi di Firenze, ha sottolineato i risultati positivi del farmaco, che contribuisce a ridurre il numero di eosinofili, alleviando i sintomi e promuovendo la remissione.

profilo della malattia

L’Egpa, nota anche come sindrome di Churg-Strauss, è una condizione clinica complessa, che colpisce organi quali reni, nervi, cuore, cute e vasi sanguigni. I pazienti che vengono trattati con mepolizumab possono sperimentare una significativa riduzione dei sintomi, consentendo di abbattere o addirittura interrompere l’assunzione quotidiana di cortisone. I sintomi tipici includono asma e poliposi nasale, spesso accompagnati da manifestazioni legate agli organi coinvolti.

efficacia e sicurezza del trattamento

Il farmaco ha dimostrato buona efficacia anche per i casi più avanzati della malattia, riducendo il rischio di recidive. “In Italia, mepolizumab è già parte integrante della terapia per pazienti con asma severa e ora sta mostrando risultati promettenti anche per altre condizioni, tra cui poliposi nasale, sindrome ipereosinofila e Egpa“, ha dichiarato Vultaggio.

La diagnosi precoce è fondamentale. È necessario sensibilizzare i medici riguardo alle manifestazioni della malattia, utilizzando esami ematici per monitorare gli eosinofili e identificare potenziali autoanticorpi, come gli Anca.

collaborazione multidisciplinare

Data l’eterogeneità della Egpa, è necessario un approccio multidisciplinare. Diverse specialità, tra cui allergologi, immunologi, pneumologi, otorini, cardiologi, nefrologi, radiologi e anatomo-patologi, devono collaborare per una diagnosi tempestiva e un trattamento mirato, facilitando l’introduzione di terapie biologiche e monitorando i risultati clinici.