La vicenda di Emily Hand, rapita il 7 ottobre, riporta alla memoria un periodo drammatico per molte famiglie coinvolte nel conflitto. Un anno dopo il suo rapimento, il padre offre uno sguardo sul seguito della storia e sullo stato attuale della bambina.
06 ottobre 2024 | 21.26
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È trascorso un anno da quel ”orribile incubo” del 7 ottobre 2023, quando Emily Hand, all’epoca di 8 anni, fu tra i 215 ostaggi catturati da Hamas nel sud di Israele. Secondo quanto dichiarato da Thomas Hand, la bambina sta proseguendo il suo percorso di recupero e ”sta decisamente bene”. Il padre ha sottolineato come Emily non condivida volentieri i dettagli dei suoi 50 giorni di prigionia, preferendo lasciarsi alle spalle quei traumatizzanti ricordi.
In aggiunta, Hand ha esplicitato la situazione difficile in cui si trovano, definendosi rifugiati nel proprio Paese come molti altri. Esprime speranza per la liberazione di tutti gli ostaggi ancora tenuti prigionieri nella Striscia di Gaza e un desiderio di tornare a vivere nel loro amato Kibbutz Be’eri, dove Emily fu rapita.
La giovane, che ha compiuto 9 anni durante la cattività, aveva inizialmente creduto di essere stata in prigionia per ”un anno”. La sua liberazione avvenne nel novembre successivo, un evento mediatico dove le notizie iniziali avevano descritto erroneamente il decesso della ragazza, generando reazioni miste da parte del padre.
Da quel momento, Thomas Hand ha espresso sentimenti complessi: inizialmente sollevato nell’apprendere che Emily fosse viva, ha dichiarato che la vera felicità arriverà solo con il suo ritorno a casa. Ha continuato a incoraggiare la figlia, trasmettendole amore e supporto durante tutto il periodo di attesa per la sua liberazione.
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