Maltempo in Italia: 9 Milioni a Rischio Alluvione e 2 Milioni di Edifici Minacciati

Migliorare il coordinamento degli interventi di prevenzione

L’attenzione sul rischio idrogeologico in Italia è nuovamente sollecitata dal maltempo. Secondo il Centro studi del Consiglio nazionale degli ingegneri, “>oltre 9 milioni di cittadini e 2 milioni di edifici sono a rischio elevato di alluvione. È essenziale potenziare il coordinamento degli interventi di prevenzione tra autorità centrali e locali. Il cambiamento climatico ha messo in evidenza il problema del dissesto idrogeologico, aggravato dalla crescente intensità di fenomeni come le siccità prolungate alternate a forti piogge, che aumentano la vulnerabilità delle zone a maggior rischio. Gli eventi distruttivi che hanno colpito l’Emilia-Romagna negli ultimi due anni rappresentano un chiaro segnale della necessità di un’adeguata preparazione.

Le regioni a maggior rischio alluvionale

Il Centro studi Cni evidenzia che attualmente “6,8 milioni di individui abitano in aree a rischio alluvionale medio, mentre 2,4 milioni in zone ad alto rischio, complessivamente il 15% della popolazione”. Gli edifici situati in aree alluvionali a rischio elevato e medio ammontano a 2,1 milioni, pari sempre al 15% del totale. Le regioni più vulnerabili a questo tipo di rischio includono:

  • Emilia-Romagna
  • Toscana
  • Campania
  • Veneto
  • Lombardia
  • Liguria

Inoltre, oltre 3 milioni di famiglie (16% del totale) sono esposte a rischio medio o alto. Anche se 12,2 milioni di persone vivono in aree considerate a basso rischio, l’1,3 milioni di residenti si confronta con un elevato rischio frane, pari a oltre 565.000 edifici. È fondamentale non sottovalutare nemmeno le aree a rischio medio o basso, dato che recenti eventi dimostrano che anche in queste zone possono verificarsi situazioni catastrofiche.

Cosa fare per affrontare il rischio

Il Centro studi Cni sottolinea l’importanza di potenziare gli interventi di prevenzione. È necessario realizzare un numero maggiore di opere, operando in modo più capillare e senza attendere situazioni di emergenza. Si stima che servano circa 8.000 opere di prevenzione con una spesa complessiva intorno a 27 miliardi di euro. È cruciale unire le forze tra istituzioni centrali, enti locali e professionisti tecnici competenti in materia di dissesto idrogeologico.

La durata dei processi di attuazione delle opere di mitigazione rappresenta una criticità. In Italia, l’iter medio per realizzare tali opere richiede circa 4,8 anni. Le fasi di progettazione, affidamento ed esecuzione assorbono una quantità significativa di tempo, con oltre il 48% del tempo totale dovuto a problemi burocratici. Questo ritardo è accentuato dalla predominanza di interventi emergenziali, relegando in secondo piano le necessità di prevenzione con una visione a lungo termine.

Allo stesso modo, il Piano ProteggItalia ha mostrato limiti nella definizione di strumenti pianificatori e nell’individuazione di interventi prioritari. La Corte dei Conti ha messo in luce la ridotta capacità progettuale delle Regioni, sottolineando che le strutture create negli anni non sono state efficaci nel rendere operativi i piani di intervento.

In conclusione, affrontare il rischio idrogeologico richiede un impegno concertato, un miglior uso delle risorse disponibili e una pianificazione efficace per garantire la sicurezza delle popolazioni e degli edifici a rischio.