analisi dell’attacco missilistico dell’iran a israele
Recenti eventi hanno evidenziato l’arsenale militare dell’Iran e la sua capacità di lanciare attacchi diretti contro Israele. L’analisi di Federico Borsari, esperto del Center for European Policy Analysis (Cepa), fornisce dettagli su questo incidente e sull’impiego di missili balistici da parte di Teheran.
tipologie di missili utilizzati
Durante l’attacco, l’Iran ha impiegato missili balistici di notevole potenza, limitando l’uso a pochi tipi specifici, contrariamente a quanto accaduto in precedenza. Tra le unità operative, si segnalano:
- Fattah 1: missile balistico a medio raggio (circa 1400 km) con capacità di manovra, rendendolo più difficile da intercettare.
- Kheibar Shekan: anch’esso missile balistico a medio raggio, privo di testata manovrabile.
- Emad: missile con una portata di 1800 km e una testata di 750 kg, in grado di causare seri danni agli obiettivi.
impatto sull’israele e difese attive
Nonostante l’attacco missilistico, l’impatto su Israele è stato relativamente contenuto, grazie alle difese aeree del paese, supportate anche da assetti navali statunitensi nel Mediterraneo. Numerosi video suggeriscono che decine di missili riuscirono ad impattare sul suolo, evidenziando la capacità di saturazione delle difese israeliane.
Gli obiettivi principali comprendevano diverse basi aeree, in particolare quella di Nevatim, sede degli F-35, i quali sarebbero stati messi in allerta e decollati per difendere lo spazio aereo.
assenza di alleati e considerazioni strategiche
A differenza dell’attacco precedente, l’assenza di supporto aereo dagli alleati, come Giordania e Regno Unito, si è fatta sentire. La difficoltà di intercettazione dei missili balistici, rispetto a droni e missili da crociera, ha reso impossibile il supporto nelle operazioni di difesa.
L’ampio utilizzo di missili balistici da parte dell’iran, stimato in circa 200 proiettili, indica un arsenale altamente sviluppato. la valutazione delle capacità iraniane non può essere sottovalutata, soprattutto considerando le differenze con i gruppi alleati, quali hezbollah e le milizie houthi, ma l’iron dome e altri sistemi di difesa rimangono garantiti per la sicurezza israeliana.