MOSCA – Continuano le proteste contro i brogli elettorali che hanno accompagnato la rielezione del premier Vladimir Putin al Cremlino nelle presidenziali di domenica scorsa. Migliaia di cittadini russi si sono radunati lungo il marciapiede del Novi Arbat (10 mila secondo la polizia; 25 mila secondo gli organizzatori), scortati da un imponente dispiegamento di agenti di polizia: si contavano circa 2500 agenti schierati.
Uno dei principali esponenti della contestazione, Ilia Iashin, ha spiegato ai giornalisti che “Non si è mai vista così tanta polizia dal 1993: significa che hanno paura e vogliono impaurire, ma non funziona con tutti”, “Il potere non sente la nostra voce, le nostre richieste – quindi continueremo con le manifestazioni, perché non abbiamo alternative”.
Mentre dalla piazza si alzavano cori, dal palco, sotto lo slogan “Queste non sono elezioni, questo non è il presidente”, si sono alternati i vari esponenti dell’opposizione come Grigori Iavlinski, fondatore del partito Iabloko e l’ex campione mondiale di scacchi, Garry Kasparov.
La protesta è stata abbastanza pacifica, fatta eccezione per un gruppo di nazionalisti fermati dalla polizia mentre tentavano di manifestare sullo Stari Arbat, mentre altri 25 sono stati fermati nelle vicinanze della stazione Kievskaia.
Il leader Serghiei Udaltsov ha promesso che il primo maggio, una settimana prima dell’insediamento di Putin alla presidenza, porterà in strada un milione di persone.